23-11-2015 ore 10:40 | Cronaca - Crema
di Andrea Galvani

Crema. Teatro San Domenico, la crisi dei partecipanti e le strategie per il rilancio

Alla giornata aperta - “per raccogliere suggerimenti” - organizzata dal neo consiglio di amministrazione del teatro San Domenico hanno partecipato una dozzina di persone, la più giovane delle quali prossima ai quarant'anni. Il presidente della Fondazione, Giuseppe Strada è stato chiaro: “dobbiamo trovare una nostra specificità, non entrare in concorrenza con la Scala o il Ponchielli. Il Folcioni è una grande potenzialità, ma al momento è un buco nero”. In sostanza, “il nostro compito non è solo quello di riempire la sala, ma anche coinvolgere il territorio”, per questo ha già messo in agenda una serie di incontri e appuntamenti con personalità e imprenditori del territorio, “alcuni dei quali hanno già dato una disponibilità di massima; vedremo poi nel concreto”. Il complesso del San Domenico deve offrirà la possibilità di “ospitare convegni, essere attrattivo anche durante la settimana, non solo in occasione degli spettacoli teatrali”.

 

Fare cultura

L'assessore alla cultura, Paola Vailati, ha voluto sottolineare che “la cultura non si limita all'attività teatrale” ma ad una serie di attività che hanno la necessità di “un coordinamento”. Argomento delicato, visto “talvolta le associazioni peccano di egocentrismo”. Per poter offrire un servizio culturale adeguato ed al passo coi tempi non solo è necessario “creare una cabina di regia” che sappia organizzare al meglio il panorama delle attività, ma soprattutto “lavorare insieme”. In quest'ottica il presidente Strada ha annunciato che “ogni cosa verrà sottoposta ad un bando”. Il contratto del direttore artistico scadrà a dicembre, ma all'interno della Fondazione sono molte le attività che potrebbero essere interessate da un bando pubblico.

 

In&Off

Proprio il direttore artistico Enrico Coffetti ha voluto ricordare l'impegno profuso nel coinvolgimento dei giovani grazie al progetto In&Off, che prevede quattro linee d'indirizzo: dal corso di recitazione con Pietro Arrigoni ad Onda critica, il percorso di critica teatrale in collaborazione con testate nazionali come Teatro.it e Sipario, passando per la selezione di spettacoli con ingressi a 5 euro, per concludere col Premio Critica in MOVimento, ovvero il premio nazionale sui nuovi formati per la critica della danza, del teatro e del cinema. Iniziative che hanno raccolto l'adesione entusiastica degli istituti scolastici del territorio.

 

Funzione sociale

Veniamo quindi alle proposte del pubblico, molte delle quale promosse e raccolte dal blog CremAscolta: dalla richiesta di cambiamento “della rigida suddivisione dei posti a sedere - poltrone riservate, poltronissime, poltrone laterali e terzo settore - di Francesco Torrisi al rilancio della funzione sociale del teatro di Piero Carelli, che ha auspicato “la realizzazione di una compagnia stabile e impegnata” sull'esempio di Carlo Rivolta “che è riuscito a portare tematiche alte, filosofiche e religiose, a un pubblico vasto toccando vette vertiginose”.

 

Sperimentazione e scenografia

Per Ivano Macalli il teatro di piazza Trento e Trieste dovrebbe superare la programmazione per “sciure in pelliccia” e divenire “un laboratorio di sperimentazione e d’avanguardia” che sappia uscire dai luoghi consueti e recandosi nel territorio, produrre “esperimenti che restituiscano dignità alle persone altrimenti relegate ai margini della società”. Sergio Cigoli ha invece proposto “una scuola di scenografia”, mentre Giovanni Zacchetti vorrebbe una stretta collaborazione con le realtà culturali del territorio che si sono distinte nella promozione della musica lirica.

 

Crisi dei partecipanti

In chiusura un doveroso accenno agli interventi di Cecilia Brambini ed Ombretta Cè sulla crisi ed il doveroso rilancio dei Soci partecipanti, passati dai 250 dei tempi d'oro della fondazione del teatro, agli attuali 9, un numero troppo esiguo per poter essere preso in considerazione. Per dirla con Gianfranco Ervin, “bisogna ricreare lo spirito delle origini, dobbiamo uscire dal territorio”.

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