23-10-2014 ore 11:06 | Cronaca - Crema
di Rebecca Ronchi

La controinformazione sulla Buona scuola di Renzi. Rete Scuole Crema analizza il documento governativo e ne sottolinea le “pesanti criticità”

ReteScuole Crema in questi giorni ha lanciato una campagna di controinformazione in tutte le scuole del cremasco inerenti alla Buona scuola lanciata dal governo Renzi, “136 pagine non presentate né discusse in Parlamento” e incentrato su “argomenti di materia contrattuale”. L'iniziativa è stata presentata ieri alla scuola secondaria di primo grado Alfredo Galmozzi da Claudio Patrini docente di scuola media presso le sedi di Vaiano Cremasco e Credera; Massimo Lori dell'istituto Pacioli, Marino Pasquale dell'istituto professionale Stanga (casearia Pandino) e da Iris Campostori del liceo Racchetti di Crema.

 

Gelmini e Aprea

Il progetto di riforma scolastica attuale, spiegano i docenti cremaschi, presenta una continuità di fondo tra le scelte fatte da Renzi e dall’attuale ministro Stefania Giannini con il passato. Non a caso, è sostenuto dall’ex ministro all’Istruzione Mariastella Gelmini “il patto educativo di Renzi raccoglie e realizza le proposte di cambiamento della scuola portate avanti da Forza Italia" e dell’ex sottosegretario Valentina Aprea: “le proposte di Renzi sono una riproduzione del mio progetto”.

 

Scuola retrovia del paese”

Presentato come una “svolta epocale”, secondo Rete Scuole “si abbina ad un alta quota di vaghezza ed indeterminazione su questioni cruciali. Ciò che più indispone, è l'esplicita svalutazione di tutti i dipendenti delle scuole statali (“scuola retrovia del paese”), che sembra azzerare un patrimonio di impegno, passione e professionalità, che pone la qualità della scuola italiana tra i primi posti nel mondo. Inoltre il documento, in questa analisi introduttiva così severa, trascura colpevolmente le pesanti economie che sono state fatte sulla scuola pubblica (a partire dal 2001) da parte di tutti i governi”.

 

La scuola buona

Se la nostra non è sempre stata una “buona scuola”, di sicuro è una “scuola buona” - ha sottolineato Claudio Patrini - che con scarse risorse riesce a far fronte ai bisogni educativi di una società complessa e articolata. Tanto per fare un esempio, pensiamo all'inserimento dei diversamente abili e degli stranieri, gli interventi didattici per Dsa e Bes: attività che lo stato non finanzia adeguatamente e che si realizzano grazie alla “bontà” degli operatori della scuola.

 

L'aspetto economico

“Il Patto di stabilità prevede nel campo dell’istruzione tagli superiori agli investimenti e così distribuiti: 144 milioni dall'eliminazione dei commissari esterni dell’esame di Stato (regalo per altro agli istituti privati); 130 mimioni dal taglio del fondo per le spese di pulizia; 80 milioni dal blocco degli scatti di anzianità, che diventano 189 in 3 anni; 55 milioni dall’eliminazione delle supplenze brevi; 50 milioni dal taglio dei progetti nazionali di istruzione”.

 

La consultazione popolare

Il 15 settembre il ministero ha aperto una consultazione popolare che terminerà a metà novembre, rivolta ai docenti, agli studenti, alle famiglie. È possibile accedere ad un sito dedicato e fornire la propria valutazione, una procedura apparentemente poco trasparente “perché priva di qualunque possibilità di verifica e di interascambio tra chi vi accede e chi la governa. Il linguaggio è aziendalista, infarcito di inglesismi e acronimi a volte neppure spiegati. cosa abbastanza singolare per chi vuole rivolgersi “a tutti”, nonni compresi. Sono previsti anche degli incontri, ma siamo venuti a conoscenza che, come ad esempio è avvenuto a Padova, si svolgono a porte chiuse, tramite inviti, e gli interventi sono concordati”.

 

Una buona scuola per la Repubblica

“Per chi ci taccia di saper solo criticare – hanno concluso i docenti di Rete Scuole - ricordiamo che giovedì 2 ottobre è stata illustrata a Roma una riforma alternativa al Piano Renzi sulla scuola. Un testo presentato sia alla Camera che al Senato, che ripropone principi, contenuti e metodi della legge di iniziativa popolare Per una buona scuola per la Repubblica, mai discussa nelle precedenti legislature.

549