23-07-2015 ore 10:10 | Cronaca - Dall'italia
di Rebecca Ronchi

Cima Tosa, tre cremaschi rendono indimenticabile l'ascesa rievocativa alla regina delle Dolomiti di Brenta

L'avvocato Marcello Palmieri ha contribuito all’organizzazione, mentre gli studenti di agraria Martina e Pietro Baldrighi hanno 'prestato' all’evento la loro voce. Se il 150° anniversario della prima conquista di Cima Tosa, la regina delle Dolomiti di Brenta, ha avuto in Trentino e non solo una così vasta eco mediatica, è merito anche di questi tre cremaschi appassionati di montagna.

 

L'ascesa con rievocazione

“Già in inverno – racconta Palmieri - avevo chiesto ai miei amici guide alpine di Madonna di Campiglio se non avessero pensato a qualcosa per festeggiare l’anniversario della 'loro' cima”. Da lì è nato tutto. I campigliani si sono confrontati con i colleghi di Molveno, scoprendo che sull’altro versante qualcosa si stava già organizzando: 150cima_Tosa open, una scalata per tutti, comprese due persone con disabilità. “A quel punto - prosegue Palmieri – ho proposto a Simone Elmi, responsabile di Activity Trentino, l’associazione delle guide alpine di Andalo–Molveno, di arricchire l’ascesa con momenti rievocativi”.

 

Il diario di Giuseppe Loss

Proposta accettata, Palmieri viene delegato per l'attuazione: “Come prima cosa ho pensato di recuperare il diario di Giuseppe Loss, il pioniere della Tosa, così da poterne leggere qualche estratto durante l’ascesa. Poi mi é sembrato carino coinvolgere un musicista del posto, docente di corno francese, per sottolineare i momenti più significativi del percorso”. Da cosa nasce cosa. “Ricordavo che più di una volta avevo proposto agli amici Pietro e Martina di accompagnarmi in un’escursione in Brenta, ma poi per impegni vari non si era mai riusciti a concretizzare.

 

 

Il silenzio della Tosa

Stavolta però l’occasione era particolarmente ghiotta. Non solo per l’importanza dell’avvenimento, ma anche perchè loro, già allievi del corso teatrale tenuto da Pietro Arrigoni presso il teatro San Domenico, sarebbero state le persone giuste per “interpretare” il diario di Loss. E pure una poesia che Antonio Fogazzaro aveva dedicato a quella vetta, da me scoperta per caso proprio in quei giorni”. Così è stato. Le prime letture sono state scandite sabato sera, dopo oltre 4 ore di cammino, al rifugio Pedrotti che é campo base dell’ascesa. Molto suggestivo, poi, quanto accaduto domenica mattina: prima la declamazione della lirica firmata dal poeta vicentino; poi, attualizzando quanto avevano appena “cantato” quei versi, l’ascolto del silenzio della Tosa; quindi l’Inno di Mameli, omaggio allo scrittore risorgimentale che, dalla cima di quella vetta (allora austriaca), preconizzò in versi la sua annessione all’Italia. Per Pietro Baldrighi, all’indomani del ritorno a Crema, “un’esperienza sensazionale, come capitano una volta nella vita”. D’altronde, che l’evento fosse di un certo spessore l’ha dimostrato anche la risonanza mediatica da cui è stato accompagnato, sia a livello regionale che nazionale. Già. Perchè giornali, radio e tv, non solo locali, han fatto a gara nel rilanciare parole, suoni e immagini di questa nuova “prima” assoluta: la scalata della Tosa per tutti. Disabili compresi.

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