23-03-2018 ore 20:20 | Cronaca - Crema
di Lidia Gallanti

Asst. Accettazione e urgenza: meno attesa e cure adeguate, promosso il nuovo reparto

Oltre 300 pazienti accolti in situazione d’emergenza, meno di 72 ore per affidarli al reparto adeguato. Bilancio positivo per il primo trimestre di medicina accettazione e urgenza. A tre mesi dall’inaugurazione del nuovo reparto, l’Asst di Crema analizza l’intensa attività registrata tra dicembre 2017 e febbraio 2018. Secondo il direttore generale Luigi Ablondi, i numeri “riconfermano l’esigenza di un reparto in grado di rispondere agli accessi in aumento del pronto soccorso e risolvere il sovraffollamento dall’area medica al reparto di chirurgia, con vantaggi significativi per tutta l’organizzazione”.

 

Risposta all'urgenza

L’occasione coincide con la nuova donazione da parte dell’associazione Popolare per il territorio: 50 mila euro per completare la dotazione tecnologica e la digitalizzazione del nuovo reparto, cui erano già stati destinati 100 mila euro in fase di allestimento. “Nei primi tre mesi sono stati trattati più di 300 pazienti, il 95 per cento provenienti dal pronto soccorso” spiega Ciro Canetta, primario di medicina generale. “Il 50 per cento di questi sono stati trasferiti in medicina”.
 

Emergenza, accessi in aumento

“Il trend diagnostico accelerato e l’appropriato smistamento hanno permesso di ridurre tempo di permanenza nel reparto di accettazione inferiore a 72 ore. Ciò a fronte del costante incremento di accessi in urgenza - continua Canetta - nell’ultimo biennio il pronto soccorso ha registrato una media di circa 5 mila accessi mensili. Il tasso di ricoveri è pari al 13 per cento: di questi, un paziente su quattro ha più di 65 anni”.

 

Sinergia tra reparti, risposta adeguata

L’area medica assorbe oltre la metà dei ricoveri provenienti dal reparto urgenza. “L’attivazione della Mau – conclude il primario - ha contribuito alla gestione dell’afflusso in collaborazione con le altre unità operative, senza determinare una sofferenza sull’intera struttura ospedaliera”. In particolare, “senza gravare sull’attività del reparto chirurgico, dove l'occupazione si è ridotta del 70 per cento”.

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