23-02-2017 ore 19:59 | Cronaca - Chieve
di Riccardo Cremonesi

Chieve, estorsione ed evasione fiscale. Applicato il codice antimafia, sequestrati beni per 8 milioni di euro

Ammonta a 8 milioni di euro il valore dei beni sequestrati preventivamente ad un imprenditore cremasco – A.S. le sue iniziali, 56 anni di Chieve – da parte della Guardia di Finanza. I militari della Tenenza di Crema hanno sequestrato 91 unità immobiliari, 25 tra auto e moto, le quote di 13 società ed i conti correnti intestati a se stesso e ai membri della famiglia: il tutto distribuito tra le province di Milano, Bergamo, Brescia, Lodi, Cremona, Roma e Udine. L'uomo, insieme alla figlia e alla segretaria, era stato arrestato a maggio dell'anno scorso con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata all'estorsione, all'evasione fiscale e all'attribuzione fittizia della titolarità di beni. Nel contesto dell'arresto i beni era già stati sequestrati. Il tribunale di Cremona, oltre a disporre il sequestro preventivo dei beni, ha emesso nei confronti dell'imprenditore la misura cautelare dell'obbligo di dimora, dalle ore 23 alle 7 del mattino, per due anni.

Il sistema estorsivo
Dalle indagini, iniziate nel 2014, era emerso che l'imprenditore dal 1996 aveva ideato ed organizzato un vero e proprio sistema estorsivo che consisteva nel sollecitare ai vecchi clienti il pagamento di fatture, mai a suo tempo emesse e per le quali aveva peraltro già ottenuto il pagamento in nero, giungendo persino a gonfiarne gli importi. L'uomo contava sul fatto che, a distanza di dieci anni - periodo oltre il quale gli istituti di credito non conservano più la documentazione delle operazioni bancarie - e, soprattutto, a causa dell’utilizzo di somme in contanti, i clienti non fossero in grado di dimostrare di aver già pagato i serramenti acquistati. Nei confronti di coloro che si rifiutavano di pagare l’artigiano, giungeva anche a richiedere ai Tribunali l’emissione di un decreto ingiuntivo che gli dava il diritto di pignorarne i beni personali.

Applicato il Codice antimafia
“L’operazione delle Fiamme Gialle – spiega il comandante della Tenenza di Crema, il tenente Gilberto Gerli - è stata eseguita in base alle norme contenute nel Decreto legge 159/2011, il cosiddetto Codice antimafia. I due provvedimenti di sequestro, apparentemente analoghi, derivano da due strade diverse del percorso giudiziario. Il sequestro effettuato in questi giorni e la successiva confisca di prevenzione, infatti, mantengono integri i propri effetti anche nel caso di una possibile assoluzione dell’imputato in sede processuale. La chiave di volta del sequestro disposto dal tribunale di Cremona consiste nel riscontro di due presupposti: la pericolosità sociale dell'imprenditore, ricavata dai suoi precedenti penali e di polizia, e la sproporzione del patrimonio, direttamente o indirettamente riconducile al soggetto, rispetto a quanto dallo stesso dichiarato al Fisco”.

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