22-09-2016 ore 16:01 | Cronaca - Crema
di Gianni Carrolli

Crema. Maria Luisa Crotti ospite del Rotary Club. Lunghezza dei processi e situazione delle carceri i temi della serata

Giustizia efficiente e giusto processo sono stati i temi affrontati dall’avvocato Maria Luisa Crotti, presidente della camera penale di Crema e Cremona, alla conviviale del Rotary Club Crema di martedì 20 settembre. “Negli ultimi 10 anni – ha spiegato Crotti – le prescrizioni si sono ridotte del 40%; di queste, il 58% avviene per motivazioni scaturite nella fase preliminare. Ad oggi solo il il 9,5% dei processi subisce la prescrizione”.

 

Condizioni indispensabili

Ridurre la lunghezza dei processi è possibile, ma al contempo bisogna mantenere ferme alcune imprescindibili garanzie. Perché la verità emerga “è necessario rafforzare il contraddittorio tra accusa e difesa – ha spiegato Crotti – riducendo così anche il rischio di errore giudiziario. In questo contesto va pertanto posto su un piano di reale ed effettiva parità il rapporto tra Pubblico ministero e difesa affinché il giudice possa essere posto nelle condizioni di valutare le risultanze processuali da soggetto terzo, imparziale ed equidistante”.

 

Carcere riabilitativo

Non meno importante l’altro tema all’ordine del giorno, ovvero la situazione delle carceri italiane, spesso soggette a gravi criticità e a sovraffollamento. “Il carcere dovrebbe avere una funzione riabilitativa – ha precisato il presidente della camera penale – non solo di luogo dove si sconta la pena. Invece troppe volte pare trasformarsi in una scuola di crimine, ove taluni detenuti entrano in contatto con soggetti o organizzazioni che ne favoriscono il permanere in un ambito criminale”.

 

Una misura elitaria

“Il carcere – aggiungono i referenti del Rotary – deve rimanere soluzione estrema, riservata a pochi e devono essere incentivate le misure alternative alla detenzione. Solo cosi potrà essere svolta a favore dei detenuti una efficace azione di recupero, con operatori adeguatamente formati e con attività di lavoro svolte anche da soggetti esterni all’interno delle mura del carcere, cosi da offrire a chi ha sbagliato una nuova opportunità”.

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