21-10-2016 ore 13:01 | Cronaca - Cremona
di Ilario Grazioso

Accorpamenti scolastici. Oggi si vota in consiglio provinciale. Il cremonese ed il cremasco lontani dall’accordo politico

E venne il giorno del voto in consiglio provinciale sulla riorganizzazione scolastica. Dopo mesi e mesi di chiacchiere, distanze e muro contro muro, oggi si vota e la decisione passa agli uffici regionali. Per quanto riguarda questo territorio, flebili le speranze di accordo tra le parti, per portare a casa una nuova organizzazione degli istituti cittadini, con il superamento per Crema, del noto problema delle scuole ricadenti su più ambiti territoriali. Un obiettivo da perseguire, non solo per eliminare alla radice i problemi tecnici e amministrativi derivanti dalla creazione dei due ambiti territoriali distinti, alla base di non poche problematiche gestionali del personale. L’opportunità di avere scuole autonome con segreterie e dirigenti in città, in grado di fornire un’offerta formativa completa risponde ad una logica di ottimizzazione del servizio reso alla collettività, ma tant’è, sono altri i ragionamenti alla base delle scelte che si andranno a fare.

 

Equilibri politici complicati

Tornando al presente, oggi in consiglio provinciale si farà la conta e abaco alla mano, i conti per il cremasco non dovrebbero tornare, anche se in questa storia non sono mancati i colpi di scena. Ai voti andranno 4 proposte, che non sono gli scenari individuati dall’assessore comunale Galmozzi lo scorso settembre. Si voteranno invece 4 ipotesi, delle quali solo una prevede la creazione di scuole a Crema completamente autonome da Cremona. Le altre 3 proposte, continuano a presentare le scuole su più ambiti e riprendono i progetti della scorsa primavera, portati avanti dal’ex presidente della provincia Vezzini. Oggi, l’unica possibilità di avere le scuole di Crema tutte autonome, passa dall’approvazione di questo scenario: divisione dello Stanga, la cui sede di Crema e quella di Pandino, assieme ai corsi del Marazzi, andrebbero a confluire nello Sraffa. A sua volta, lo Sraffa cederebbe il suo corso grafico all’artistico Munari, per compensare la perdita della succursale cremonese del liceo diretto da Pierluigi Tadi.

 

Diplomazie al lavoro

Le diplomazie sono a lavoro, i consiglieri provinciali sono 12, quelli che rappresentano quest’area al di là delle appartenenze politiche, sono 6, l’accordo politico dopo tutti questi mesi non c’è e qualche defezione si potrebbe ripresentare. Se entro pomeriggio non accadrà nulla di nuovo, sarà difficile una soluzione che vada in questa direzione, con la possibilità di approvare gli altri progetti, tendenti a mantenere unito su più ambiti lo Stanga e individuare il Marazzi quale scuola da accorpare all’artistico. Inutile dire che parecchi sono gli scontenti: c’è chi da mesi sosteneva la necessità di avere un’agraria separata da Cremona, argomentandola ampiamente, chi pensava ai poli di filiera, chi come il Munari, sperava di creare un secondo polo liceale in città. Le sorprese potrebbero riproporsi, e non è detto che per non rompere equilibri politici territoriali, anche all’interno degli stessi partiti, si decida di non decidere e rimandare tutto di un altro anno.

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