Carnevale. I Pantelù sfilano su La bella vita e rilanciano la satira con un carro a sorpresa

Una cabriolet fiammante, una coppia spensierata e la voglia di festeggiare la vita, La bella vita. Si chiamerà così il grande carro costruito dal gruppo Pantelù in occasione del Gran Carnevale Cremasco. La trentaduesima edizione è ormai alle porte e nel capannone del comitato fervono i preparativi: i carri sono pronti per essere assemblati, al riparo da intemperie e sguardi curiosi.

Grandi carri e piccole anticipazioni
Riconfermata la partecipazione dei tre gruppi storici e irriducibili: gli Amici, i Barabèt e i Pantelù. Per loro il lavoro inizia già nel mese di agosto, con la ricerca di nuove idee e del materiale necessario a costruire i giganti di cartapesta che ogni anno sfilano lungo il circuito della festa. Quest'anno le tematiche ricordano i Paesi esotici, con maschere tribali e animali della giungla, o s'ispirano alle fiabe più note.

Nostalgia della satira
Anche i volontari Pantelù sono alle prese con gli ultimi ritocchi alle gigantesche figure che sfileranno lungo le vie del centro storico. "Quest'anno abbiamo deciso di dedicare il nostro carro alla gioia di vivere e godere ogni momento", spiega il presidente del gruppo Renato Stanghellini, intento a ritoccare un faccione di cartapesta. "Negli anni si è perso il senso folcloristico del Carnevale, divenuto solo bellezza, senza un pizzico di satira, ma noi Pantelù non demordiamo".

Pepe e attualità cremasca
"Abbiamo in serbo una sorpresa: oltre a questo carro ne faremo un altro, più piccolo ma più significativo, dedicato alla città e agli ultimi avvenimenti dell'anno appena trascorso". Anche il titolo sarà in dialetto cremasco, suggerisce il volontario mentre ci mostra in anteprima la struttura in lavorazione. S'intravede un torrazzo, un cavallo bianco cavalcato da una figura femminile e accompagnato da una maschile. La loro identità sarà svelata domenica 28 gennaio, durante la prima sfilata.