21-01-2014 ore 18:58 | Cronaca - Crema
di Andrea Galvani

Giustizia. Cancellieri: “Oltre 8 milioni di processi pendenti, sì a depenalizzazione e pene alternative al carcere”. La situazione della giustizia cremasca

“Oltre otto milioni di processi pendenti”. Questo il punto principale della relazione annuale sull'amministrazione della Giustizia del ministro Annamaria Cancellieri, secondo la quale l’indulto “consentirebbe di rispondere in tempi certi e celeri alle sollecitazioni del Consiglio d’Europa".

 

Eccessivo carico di lavoro

Il funzionamento del sistema giudiziario, ha spiegato il ministro alla Camera, “è in sofferenza. È sotto gli occhi di tutti l’eccessivo carico di lavoro che affligge gli uffici giudiziari”. Al 30 giugno 2013 erano 5.257.693 i processi pendenti in campo civile e quasi 3 milioni e mezzo in campo penale. Il lavoro giudiziario provocato non solo da un aumento della litigiosità nel campo civile o della attività criminale in campo penale”, ma anche dalle “trasformazioni della società”

 

La situazione cremasca

“Era un problema meno sentito nella nostra realtà locale, sino ad alcuni anni fa” commenta Vittorio Patrini, membro del consiglio delle camere penali di Crema e Cremona. “Infatti per quanto riguarda il civile, il tribunale di Crema mediamente riusciva a smaltire una causa entro limiti ragionevoli, intorno ai 3, massimo 4 anni. Anche per il carico penale non si è mai avvertito quel ritardo della risposta della giustizia che a livello nazionale invece sembra essere un problema endemico”.

 

Il trasferimento a Cremona

“Negli ultimi anni invece, venendo meno alcuni magistrati nella sede di Crema, il lavoro ha iniziato a rallentare. Adesso, col trasferimento a Cremona non possiamo ancora pronunciarci – aggiunge Patrini - ma mi pare che le difficoltà siano abbastanza evidenti. Permangono dei problemi a livello organizzativo e credo che purtroppo nei prossimi anni cominceremo a vedere sensibili rallentamenti nella risposta alla domanda di giustizia da parte del cittadino”.

 

Indulto, “un palliativo”

“Fermo restando che le soluzioni emergenziali non sono mai risolutive per l’affollamento delle carceri”, per l’avvocato Patrini un “indulto sarà un palliativo dagli effetti momentanei. E’ comunque del tutto evidente che un problema carceri in Italia esiste, sia per quanto riguarda il sovraffollamento sia per le qualità di vita dei carcerati”.

 

Revisione del diritto penale

In conclusione “occorre trovare soluzioni strutturali, pensando alla revisione di tutto il diritto penale. Sono quindi necessarie depenalizzazioni e iniziative volte ad introdurre pene alternative al carcere” conclude Patrini.

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