20-10-2016 ore 10:22 | Cronaca - Crema
di Ilario Grazioso

Crema. Alla ricerca della politica fiscale perduta, Alessandro Giovannini ospite di Lions, Rotary e associazione Civitas

Si è parlato di fisco e delle prospettive per il nostro paese martedì sera, presso il ristorante Maosi, in occasione della serata organizzata da Lions club Crema Gerundo, Rotary san Marco e associazione culturale Civitas: relatore d’eccezione, Alessandro Giovannini, ordinario di diritto tributario dell’università degli studi di Siena, avvocato cassazionista, commercialista e revisore legale dei conti, nonché presidente dell’associazione italiana dei professori di diritto tributario (Aipdt). Alla serata, introdotta da Ombretta Cè, presidente Lions Club Crema Gerundo, hanno preso parte anche i presidenti dei club Rotary di Soncino e Pandino ed ha portato i saluti anche l’europarlamentare di Forza Italia, Massimiliano Salini. “Il nostro paese non ha una politica fiscale”, questo l’esordio del professor Giovannini, che ha presentato il suo libro dal titolo Il re fisco è nudo, per un sistema equo, edito da Franco Angeli e giunto alla seconda edizione. Sono passati più di 13 anni dalle stagioni dei ministri Vincenzo Visco (nei governi dell’Ulivo) e Giulio Tremonti (nei governi a guida Berlusconi), e questo è un elemento fortemente negativo, secondo il docente toscano, perché mancano indicazioni per l’economia.

 

La troika fiscale

Il professore Giovanni nel suo intervento ha più volte citato la troika fiscale, con riferimento all’azione del Fondo monetario internazionale, dell’Ocse e dell’Unione europea, che di fatto “dettano l’agenda fiscale del nostro paese”. Tra le azioni del governo Renzi, negli ultimi mesi vi è il tentativo di riportare la riscossione all’interno dell’agenzia delle entrate, in altri termini, la chiusura di Equitalia. Ma questo, secondo il docente universitario, non significa alleggerire i contribuenti, perché altri sono i problemi.

 

Chi paga e chi non paga

In Italia ad esempio, i tributi non riscossi si aggirano sui 750 miliardi di euro, secondo dati parlamentari, riferisce il prof. Giovannini e forse se ne potrebbero riscuotere circa 40 miliardi. Ci sono zone del paese, dove per mille ragioni , non ultima la presenza di organizzazioni malavitose, non c’è riscossione. Giovannini porta alcuni esempi: a Catania, la percentuale dei tributi riscossi rispetto a quelli accertati, si attesta attorno allo 0,19%. E sempre per restare in tema di differenze territoriali in questo ambito, dai dati dell’agenzia delle entrate, la differenza tra imposte versate e imposte dovute è 6 volte più marcata al sud, rispetto al nord.

 

Pagare equamente, pagare tutti

Pur apprezzando poco gli slogan, definiti “cancro culturale”, Giovannini introduce il suo ragionamento proprio con uno slogan: “Pagare equamente e pagare tutti”. L’equità è categoria ideale, osserva l’accademico, e “occorre sgravare chi fabbrica ricchezza, dagli industriali non speculativi, fino ai lavoratori”, recuperando anche in parte Marx. Altrimenti, il rischio che si corre è quello di arrivare alla svalutazione complessiva della ricchezza privata, conclude il docente.

 

Controllori e controllati

Giovanni parla anche di scelte coraggiose fatte in altri paesi europei, con la possibilità di introdurle anche in Italia: “Leviamo tutti i balzelli e istituiamo un’imposta patrimoniale mite, in grado di fornire risorse ai comuni”, dice il docente. Ultimo elemento, il sistema dei controlli, che lentamente le normative degli ultimi vent’anni hanno smantellato. Resta solo la Corte dei conti, ricorda il docente, ma spesso, nelle pubbliche amministrazioni, i controllori, sono gli stessi controllati e viceversa.

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