20-09-2016 ore 21:12 | Cronaca - Cremona
di Riccardo Cremonesi

Evasione fiscale, sequestrati beni per 3 milioni di euro ad un professionista bergamasco. L'uomo gestiva una ventina di società con sede legale a Crema

Nei giorni scorsi i militari del nucleo di Polizia tributaria di Cremona ha completato un'indagine economico-finanziaria iniziata tre anni fa dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Crema e coordinata dalla Procura di Bergamo. Durante gli accertamenti è stato individuato un meccanismo fraudolento messo in essere da un consulente fiscale bergamasco che, assumendo di fatto la gestione di oltre una ventina di società che operano nella maggior parte dei casi nel settore dell’edilizia e con sede legale fittiziamente in Crema, ha compensato imposte e contributi dovuti per circa 13 milioni di euro con crediti Iva inesistenti e illegittimi, ricavati anche dall’annotazione di fatture per operazioni inesistenti.

 

Persona “fiscalmente pericolosa”

Complessivamente sono state denunciate 26 persone, che sono ritenute responsabili dell’occultamento al fisco di circa 200 milioni di euro. “Il destinatario della misura di prevenzione patrimoniale”, il ragioniere commercialista di 46 anni – G.B. le sue iniziali - è stato considerato persona “fiscalmente pericolosa”: infatti da numerosi anni è responsabile di “molteplici condotte fraudolente, suffragate in numerose sentenze, prevalentemente legate a reati di natura fiscale e contributiva”. Di conseguenza nei suoi confronti è stata applicata la normativa antimafia che estende, anche a beni costituenti profitto di evasione fiscale, la possibilità del sequestro e, successivamente, della confisca oltre all'obbligo di dimora nella città di Bergamo. Da quanto è emerso durante le indagini infatti era proprio il commercialista a tenere le fila di un’organizzazione dedita all’evasione fiscale per importi milionari, i cui proventi erano reinvestiti in società, immobili ed opere d’arte, intestate artificiosamente a società costituite ad hoc, aventi sede all’estero, ed a prestanome.

 

Sequestro per 3 milioni di euro

I finanzieri hanno ricostruito gli investimenti patrimoniali e societari che, dal 2004, il professionista ha realizzato, accertando la disponibilità diretta o indiretta di un patrimonio sproporzionato rispetto alla irrisoria capacità reddituale sua e dei propri familiari, consistente in poco più di 50mila euro lordi annui. Le risultanze così ottenute sono state raffrontate con i numerosi procedimenti penali nei quali il commercialista è risultato coinvolto negli ultimi 10 anni, accertando, come il professionista avesse investito in diverse società le risorse accumulate nel tempo e dall’altro lato rilevando manovre volte, in prima battuta, a cercare di frapporre ostacoli alla riconducibilità dei beni in capo al professionista e successivamente alla loro vendita o intestazione fittizia a prestanome. Queste azioni hanno indotto il Tribunale di Bergamo, su richiesta del Nucleo di polizia tributaria di Cremona, a ritenere concreto il pericolo che i beni di cui si prevede debba essere disposta la confisca venissero dispersi, sottratti o alienati e, quindi, a disporre il sequestro di 27 immobili, 3 società e 4 rapporti finanziari di varia natura, per un valore complessivo di circa 3 milioni di euro.

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