Stamattina all’alba i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Messina hanno dato esecuzione ad un’ordinanza del Gip del Tribunale di Messina Maria Teresa Arena che ha disposto 14 misure cautelari, dodici delle quali in carcere e due agli arresti domiciliari, nei confronti degli appartenenti a un’organizzazione criminale che gestiva un traffico internazionale di stupefacenti tra la Colombia e l’Italia, a cui si è aggiunto un quindicesimo soggetto, arrestato in flagranza di reato in quanto nella sua abitazione è stata trovata della sostanza stupefacente. Tra gli arrestati N.A., commerciante messinese di 60 anni, residente a Palazzo Pignano.
I rapporti con i cartelli colombiani
Le indagini, coordinate dal Procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dal Sostituto Fabrizio Monaco, hanno permesso d’individuare come il gruppo criminale teneva i rapporti con i cartelli colombiani, pagava i carichi con il denaro che - per il tramite di Money Transfer, carte anonime prepagate e soggetti compiacenti – gli perveniva dall’Italia, e curava – infine – il trasporto dello stupefacente, materialmente affidato a “corrieri”.
La rete di spaccio
In Italia, la droga veniva consegnata ad un noto trafficante messinese che, grazie ad una fitta rete di contatti, provvedeva allo smistamento della cocaina verso tre gruppi criminali dislocati: nel nord Italia, in particolare a Bergamo, Milano, Lodi e Aosta; nell’area centrale, tra la capitale e Lido di Ostia ed in Sicilia. I diversi gruppi provvedevano, quindi, a fornire la cocaina ai pusher che avevano il compito di curarne la cessione ai consumatori.
Droga sequestrata a Bogotà
Nel corso dell’inchiesta le Fiamme Gialle hanno “seguito in diretta” l’arresto - operato, presso l’aeroporto di Bogotà, dalle Autorità Colombiane - di due corrieri dell’organizzazione che stavano avviandosi a rientrare in Italia trasportando circa 6 chili di cloridrato di cocaina. La droga sequestrata, una volta arrivata a destinazione e tagliata dal gruppo criminale italiano, avrebbe potuto fruttare oltre 500 mila euro. Contestualmente all'esecuzione degli arresti le Fiamme gialle hanno sequestro di beni riconducibili agli indagati per un valore di oltre 250 mila euro.