17-03-2016 ore 17:34 | Cronaca - Roma
di Andrea Galvani

Minori in strutture protette, per i Comuni il conto è di un miliardo l'anno

I sindaci del Cremasco avevano chiesto ai i deputati del Partito democratico Cinzia Fontana e del sottosegretario Luciano Pizzetti d'interessarsi al tema del pagamento delle rette per gli affidi di minori e non in strutture residenziali protette, ritenute dai due esponenti della maggioranza di governo “problematiche condivisibili che necessitano, senza ulteriore indugio, di proposte e soluzioni anche a livello nazionale e regionale”.

 

La ricerca di soluzioni

“La dimensione del fenomeno relativo all’allontanamento di minori dalla propria famiglia e il loro affidamento in strutture esterne – si legge in una lettera ufficiale - in costante crescita negli ultimi anni, insieme al recente nuovo problema di una sempre più consistente presenza di minori stranieri non accompagnati (che trovano accoglienza quasi esclusivamente nei servizi residenziali), impone a tutti noi la ricerca di soluzioni qualitativamente e socialmente adeguate, sostenibili e appropriate ai bisogni del minorenne. Ed è proprio in funzione di questo obiettivo che i Comuni non possono essere lasciati soli”.

 

Un miliardo l'anno

Per gli Enti locali si stima che si tratti di un carico economico di “un miliardo di euro all’anno per l’affido dei minori, senza alcuna possibilità di programmazione data l’imprevedibilità della spesa, sta diventando sempre più problematico per i bilanci dei Comuni, considerata oltretutto la molteplicità di diversi altri bisogni in ambito sociale cui le istituzioni locali sono chiamate a rispondere, a seguito delle situazioni di crisi delle famiglie e dei grandi mutamenti demografici in atto”.

 

Aumento di fondi

“Per quanto riguarda le risorse in campo assistenziale – spiegano Fontana e Pizzetti - abbiamo compiuto significativi passi avanti con la legge di stabilità 2016, attraverso l’aumento dei fondi per le politiche sociali da destinare ai territori e attraverso l’istituzione del Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, nonché del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Sono state inoltre incrementate negli ultimi due anni le risorse per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati”.

 

Gli affidi

“Sul tema specifico degli affidi, ci attiveremo in questi mesi per favorire l’apertura di un confronto con i Ministeri interessati, le commissioni parlamentari competenti e le Regioni, con l’obiettivo di individuare una proposta condivisa che possa sostenere i Comuni nello svolgimento di funzioni così delicate quale quella della protezione e tutela dei minori. Proposta che però non potrà trovare collocazione se non in sede di discussione sulla prossima legge di stabilità”.

 

Prevenzione del disagio

“Sappiamo sin da ora che sarà un confronto complesso, in quanto occorrerà ragionare di risorse, di regolamentazione normativa legata agli equilibri di bilancio degli enti locali, di garanzia degli standard qualitativi delle strutture, di verifica della pertinenza dei percorsi di allontanamento dei minori dalle famiglie. Su quest’ultimo aspetto, ad esempio, l’ultimo monitoraggio effettuato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali evidenzia una situazione di particolare preoccupazione: frammentarietà di molti interventi di accoglienza; elevata incidenza degli allontanamenti coatti disposti dai Tribunali per i Minorenni rispetto a quelli attivati dai Servizi Sociali dei Comuni; forte percentuale dei provvedimenti d’urgenza, che manifesta una difficoltà di prevenzione del disagio familiare e minorile”.

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