16-04-2016 ore 10:48 | Cronaca - Crema
di Ilario Grazioso

Crema. Tavola rotonda sui temi dell’informazione organizzato dal Pd

In sala Cremonesi, presso il museo civico di Crema, ieri sera si è parlato di informazione tra passato, presente e futuro, carta e web, iniziativa promossa dal Partito democratico del circondario cremasco e moderata dal giornalista Alberto Valeri, dopo l’introduzione di Mauro Giroletti. Sei gli ospiti: Michele Brambilla, direttore della Gazzetta di Parma, già vice direttore de La Stampa, Giorgio Gandola, direttore de L’Eco di Bergamo, Diego Minonzio, direttore del La Provincia di Como, Sondrio e Lecco, Vittoriano Zanolli, direttore del La Provincia di Cremona, Massimo Monzio Compagnoni, amministratore delegato Rcs editori locali e Roberto Savarè, direttore generale de Il Cittadino di Lodi.

 

Crisi delle vendite

Dati alla mano, ogni anno la carta stampata perde in media del 3 al 5% delle copie: questo e altri indicatori, dalla raccolta pubblicitaria ai costi che lievitano, rappresentano una triste realtà. Parte da qui la riflessione che coinvolge gli ospiti, i quali fin da subito spostano l’attenzione sul web, che oggettivamente ha cambiato offerta, contenuti, modalità, business dell’informazione e che a loro dire, tra alterne vicende e casi virtuosi, non ritengono abbia contribuito ad elevare qualitativamente l’offerta. Ulteriore tema, quello dell’universo social network: e lì sta il problema, sottolineano i relatori, perché attraverso il moltiplicarsi di queste forme di comunicazione, l’informazione non è più mediata da professionisti, ma diventa diretta, senza filtri in grado di selezionare, verificare, approfondire, trattare in maniera corretta le notizie.

 

Le edizioni digitali

In un dibattito sull’informazione, non si può non parlare di costi di gestione e di ricavi in grado di rendere sostenibile economicamente l’iniziativa editoriale. La stragrande maggioranza delle testate cartacee ottiene il 90% dei ricavi dalle vendite in edicola, mentre solo il 10% arriva dalle edizioni digitali. Giorgio Gandola lo scriveva nel 2006 su Tabloid, la rivista dell’ordine dei giornalisti lombardo, ed ora che è direttore de L’Eco di Bergamo conferma i dati. Quale può essere il motivo? L’edizione online dei quotidiani è gratis e questo ha favorito la percezione nel lettore che l’informazione debba essere gratuita. Per Michele Brambilla andrebbero chiuse le edizioni online dei quotidiani, visto che contribuiscono in maniera marginale ai ricavi. “È vero sostiene Brambilla, la carta è in crisi, ma è il web il vero buco nero”. Il 96% dei ricavi è dato dalle edizioni cartacee, ma quel 4% che proviene dalle edizioni on line, ha fatto perdere alle testate il 10-20%. Non si può disconoscere il fatto che si va ormai verso il digitale – conclude Brambila – ma il tutto va ripensato, dopo l’illusione degli anni passati sulle potenzialità del web e sui profitti che avrebbe contribuito a generare per le testate giornalistiche tradizionali, ora si registra una situazione diversa: i giornali sul web non crescono, anzi dal punto di vista economico perdono parecchio. Nonostante tutto, giornali e giornalisti esisteranno sempre perché – osserva Brambilla – il giornalista non è un nickname, ma e identificabile, come identificabile e fondamentale è un giornale locale, gli fa eco il direttore generale de Il Cittadino, secondo il quale una testata locale rappresenta il territorio e quel territorio si identifica con essa.

 

 

Valore alla testata

Ormai non si può tornare indietro ed allora? Basta transitare nei pressi di un’edicola, la mattina prima di andare a lavoro per verificare che di giornali se ne vendono molto meno e che più o meno tutti, si servono delle risorse che offrono rete, social e quant’altro. È sempre Savarè a stimolare il dibattito: per il dg del Cittadino, deve interessare la testata in sé, non il mezzo attraverso il quale si declina l’informazione, perché “dobbiamo misurarci con questo mondo e interpretarne il cambiamento”.

 

Un modo strano

Tra una considerazione e l’altra, fa capolino anche la grave situazione occupazionale del settore: redazioni dove convivono giornalisti con contratti retaggio di un’altra epoca e giovani sottopagati e sfruttati, idem per grafici e fotografi. Ma poi qualcuno osserva: nei piccoli centri, magari chiude anche l’unica edicola e le poste non consegnano più la corrispondenza quotidianamente: diventa un bel problema la distribuzione, ma questo è un altro problema.

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