14-05-2017 ore 20:39 | Cronaca - Crema
di Andrea Baruffi

Crema. Ottantesimo di fondazione dell'Avis. Il presidente: “gesto gratuito e silenzioso”

Grandi festeggiamenti per l’ottantesimo di fondazione dell’Avis comunale di Crema. Nella prima mattinata di oggi i soci donatori, sostenitori e una trentina di rappresentanti delle sezioni consorelle del territorio cremasco e cremonese hanno sfilato per le vie centrali della città accompagnati dalle note del corpo bandistico Giuseppe Anelli di Trigolo. Durante la messa in Duomo il parroco don Emilio Lingiardi (qui il dettaglio) ha sottolineato "l'importanza del dono e della gratuità". La mattinata si è conclusa in Comune con la consegna delle benemerenze.

 

Dono anonimo e gratuito

“Da quando è stata fondata la sezione – ha sottolineato il presidente Roberto Redondi – si sono succeduti donatori, presidenti e consiglieri ma l’obiettivo è rimasto sempre lo stesso: dare continuità all’ideale del fondatore dell’Avis nazionale dottor Vittorio Formentano. Compiamo 80 anni ma ne sentiamo 18. Nel 2016 sono state effettuate 3045 donazioni e al 31 dicembre 2016 i donatori attivi erano 1266. Più di 3000 sacche, tra sangue intero e plasma, sono state destinate a persone  curate grazie a chi ha creduto nell’altruismo e ha scelto di donare in modo anonimo e gratuito”. Emozionante il ricordo dei soci donatori recentemente scomparsi.

 

Rete capillare

La gratitudine della cittadinanza è stata espressa dal sindaco Stefania Bonaldi: “donare il sangue vuol dire donare se stessi. Gli avisini compiono un gesto disinteressato, costante e silenzioso. Sono consapevoli che il loro atto contribuisce a salvare la vita di altre persone”. Il presidente dell’Avis nazionale Vincenzo Saturni ha ricordato che nel nostro Paese “il 70% del sangue viene raccolto grazie ai soci dell’Avis. La vera forza sono le sezioni locali. Due sono i compiti che svolgono: promuovere la cultura del dono e mantenere i contatti con i soci iscritti. Il rapporto tra donatori e popolazione è più basso rispetto ad altre nazioni ma il nostro Paese è tra i primi per donatori periodici con una percentuale dell’84%. Questo grazie all’azione capillare svolta dalle 3.400 sedi , con oltre 1 milione 300 mila donatori che ogni anno contribuiscono a raccogliere oltre 2 milioni di unità di sangue e suoi derivati”.

 

Concetto sociale

La nascita dell’Avis nazionale è stata brevemente riassunta da Maurizio Santamaria dell’Avis regionale: “nel 1927 a Milano il dottor Vittorio Formentano ha unito i primi 17 donatori. Nel primo Statuto si legge che lo scopo è "propagandare, specialmente nelle masse operaie, il concetto prettamente umanitario, sociale e patriottico dell’offerta volontaria e gratuita del proprio sangue”. Il neo presidente regionale Oscar Bianchi ha invitato a “non dare per scontato l’autosufficienza di sangue. Spesso fa notizia un trapianto di fegato ma non ci si ricorda quante sacche di sangue sono necessarie per un’operazione simile”.

 

Le benemerenze

Gli interventi sono stati chiusi da Mario Tacca, storico consigliere dell’Avis di Crema e consigliere nazionale. Ha invitato a “proseguire con costanza nell’impegno e trasmettere i valori di gratuità, altruismo che stanno alla base dell’associazione”. Al termine della cerimonia sono stati consegnati 7 distintivi in oro con smeraldo alle persone che hanno raggiunto il traguardo delle 100 donazioni; 12 distintivi in oro con rubino ai soci che hanno raggiunto 75 donazioni e 26 distintivi in oro per gli iscritti con all’attivo 50 donazioni. La giornata di festa si è conclusa con il pranzo sociale.

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