12-01-2017 ore 19:57 | Cronaca - Cremasco
di Riccardo Cremonesi

Operazione Big brothers. Arrestate 22 persone, 2 nel Cremasco. L'accusa è di spaccio, usura, estorsione e corruzione

Due le persone residenti nel Cremasco arrestate nell'ambito dell'operazione Big Brothers della Guardia di Finanza di Lodi: V.S. 28 anni residente a Zelo Buon Persico e dimorante a Pandino e B.S.G. 53 anni residente a Crema. Insieme ad altre 20 persone dovranno rispondere dell'accusa di spaccio di stupefacenti, usura, estorsione e reati contro la pubblica amministrazione. L'operazione è scattata stamattina all'alba. Impegnati 150 militari, 5 unità cinofile e un elicottero. Le misure cautelari sono state emesse dal Gip del tribunale di Lodi. Risultano indagate 37 persone. Gli inquirenti hanno eseguito 42 perquisizioni domiciliari e presso gli uffici anagrafe dei comuni di Massalengo, Tavazzano con Villavesco, Zelo Buon Persico e San Donato Milanese. Durante l'operazione sono stati sequestrati 7 beni immobili - appartamenti e box a San Giuliano Milanese e Valera Fratta - e 3 autovetture, tra le quali un Suv, per un valore complessivo di 1,3 milioni di euro.

 

Gruppi criminali

Le indagini sono iniziate nel 2015 e dalla scoperta che alcune persone rom avrebbero un tenore di vita decisamente sproporzionato rispetto a quanto dichiarato al Fisco. Gli inquirenti hanno spiegato che "proseguite per tutto il 2016, le attività hanno consentito di individuare le responsabilità di una serie di soggetti facenti capo a due gruppi criminali operanti nel lodigiano e nel basso milanese, uno incentrato sulla famiglia di etnia rom dei Labate, l’altro vicino alla famiglia di origine campana dei Saviano, entrambe dedite allo spaccio di sostanze stupefacenti, cocaina ed hashish, estorsioni ed usura, anche con il ricorso ad intimidazioni e violenza. Complessivamente gestivano un traffico di stupefacenti di circa 800 mila euro al mese".

 

Arrestato un ufficiale di polizia locale

La Guardia di finanzia avrebbe raccolto informazioni molto dettagliate su quello che è stato definito "un sistema di corruzione per il rilascio indebito di residenze e cittadinanze in Italia". Vi faceva ricorso chi aveva bisogno di "ottenere altri favori illeciti quali la cancellazione di verbali per violazioni al Codice della strada e la consultazione delle banche dati". Il tutto, sostengono gli inquirenti, "incentrato sulla figura di un ufficiale del consorzio di polizia locale della provincia di Lodi e già comandante di un comune lodigiano". Sono attesi ulteriori sviluppi.

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