11-10-2016 ore 10:21 | Cronaca - Assisi
di Rebecca Ronchi

Cremaschi alla marcia della pace Perugia Assisi 2016, per vincere l’indifferenza

Vinci l’indifferenza. Questo il messaggio scritto sullo striscione ha aperto la marcia della pace di Perugia Assisi 2016. Vincere l’indifferenza – spiega Pietro Mombelli, consigliere comunale di maggioranza a Crema - è la sintesi perfetta della motivazione che ha spinto più di 100.000 persone a partecipare a questa iniziativa e la risposta migliore a quanti sicuramente pensano che manifestazioni come questa non servono, ‘tanto non cambia niente’. Tra questa moltitudine colorata c’erano anche alcuni cremaschi che hanno voluto testimoniare con la loro presenza che anche Crema ed il cremasco sono sensibili a questo tema”.

 

Il desiderio e la speranza

“Moltissimi i ragazzi e i giovani presenti ai quali non sarà sicuramente sfuggito il messaggio del presidente della repubblica Sergio Mattarella. Nel suo saluto ai partecipanti – spiega Mombelli - ha affermato che i giovani esprimono in modo particolare la speranza ed il desiderio di vivere in un mondo dove non ci siano più guerre, violenze e limitazione dei diritti umani”.

 

Sviluppo sostenibile

“La pace è questione che non interpella solo i vertici delle nazioni o ristrette classi dirigenti. I popoli, ed in particolare i giovani, sono quelli che subiscono maggiormente le conseguenze delle guerre. È quindi da loro che può e deve venire una nuova stagione di cooperazione, di sviluppo sostenibile, di rispetto reciproco. La solita retorica di qualche buonista/pacifista illuso e fuori dalla realtà?"

 

Il coraggio di avere più coraggio”

“Può darsi, forse però varrebbe la pena di riflettere sulle parole di don Ciotti che nel suo intervento esortava ad osare di più e ad avere il coraggio di avere più coraggio. Queste persone hanno gridato forte che camminare per 24 km per testimoniare che la guerra non costruisce niente ma distrugge tutto e che con essa si perde anche la nostra umanità, come dice papa Francesco, è sicuramente meglio che stare davanti ad una tv o ad una play station. Un fiume umano pacifico ma che può travolgere ogni cosa. Una sollecitazione ma anche un monito per i nostri politici affinché sappiano ascoltare le istanze di giustizia che vengono dalla gente”.

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