11-05-2016 ore 12:50 | Cronaca - Cremona
di Riccardo Cremonesi

Guardia di finanza: "Vendeva serramenti in nero poi ricattava i clienti". I dettagli

“Prima vendeva i serramenti in nero, accettando dai suoi clienti solo contanti, poi li cercava per pretendere nuovamente il pagamento minacciando e, spesso, ottenendo decreti ingiuntivi nei loro confronti”. La Guardia di Finanza di Crema, in esecuzione del decreto 3167/15 del Gip di Cremona, Pierpaolo Beluzzi, ha arrestato Antonio S. di Chieve, la figlia e la segretaria Gisella C. Altre quindici persone risultano indagate.

 

I capi d’accusa

Come spiegato dal comandante provinciale, colonello Antonino Costa, e dal comandante della tenenza di Crema, tenente Naique Palla, durante la conferenza stampa odierna “ai tre soggetti viene contestata l’associazione per delinquere finalizzata all’estorsione, all’evasione fiscale e all’attribuzione fittizia della titolarità di beni. Il cinquantacinquenne cremasco, titolare in passato di una ditta di serramenti per la quale non ha mai versato le imposte, aveva ideato ed organizzato, con il concorso del suo avvocato di Crema, anch’egli accusato per associazione a delinquere, un semplice ed efficace sistema estorsivo con il quale ottenere, da centinaia di suoi vecchi clienti, di essere pagato più volte per la stessa fornitura di infissi e porte”.

 

Meccanismo “subdolo”

Per la Guardia di finanza “il meccanismo era semplice, quanto subdolo: dieci anni dopo la cessazione dell’attività artigianale, per la quale ha anche accumulato un debito erariale di oltre 600 mila euro, l'imprenditore (nella foto a lato) ha cominciato a sollecitare ai vecchi clienti il pagamento di fatture mai a suo tempo emesse e per le quali aveva peraltro già ottenuto il pagamento, giungendo persino a gonfiarne gli importi. Contava sul fatto che, a distanza di dieci anni - periodo oltre il quale gli istituti di credito non conservano più la documentazione delle operazioni bancarie - e, soprattutto, a causa dell’utilizzo di somme in contanti, i clienti non fossero in grado di dimostrare di aver già pagato i serramenti acquistati. Nei confronti di coloro che si rifiutavano di pagare l’artigiano, giungeva anche a richiedere ai Tribunali l’emissione di un decreto ingiuntivo che gli dava il diritto di pignorarne i beni personali”.

 

Un centinaio di casi

Al termine delle indagini, avviate nel 2014 e coordinate dalla Procura della Repubblica di Cremona, i finanzieri della Tenenza di Crema hanno ricostruito un centinaio di casi di estorsione avviati a partire dal 1996. “Ultimamente – spiegano le fiamme gialle - perfino ad un amico di famiglia, dopo anni di vacanze in barca insieme, era riuscito, con il solito meccanismo, ad estorcere il pagamento degli infissi montati e già pagati nel 2003.

 

Società estere e prestanome

La Guardia di finanza sostiene che “col frutto dell’evasione fiscale - dal 2009 i redditi dichiarati sono stati praticamente nulli - e delle estorsioni l'uomo ha acquistato dal 1990 ad oggi ben 81 immobili e 9 terreni nelle province di Cremona, Brescia, Bergamo, Lodi ed un posto barca in un porto privato nella provincia di Udine; beni che negli ultimi anni faceva continuamente passare di mano tra diverse società, anche estere e prestanome, giungendo a concentrare 58 di questi immobili in capo a una società lussemburghese allo scopo di nasconderne la proprietà.

 

Sequestro e rogatorie

Il gip presso il Tribunale di Cremona ha ora disposto il sequestro “per sproporzione” (art. 12 sexies D.L. 306/92) dei 91 immobili e terreni, di un posto barca, di 16 autoveicoli, di 7 motoveicoli e di 2 rimorchi, delle quote societarie di 13 società, il tutto per un valore complessivo prudenziale stimato di 8 milioni, oltre al saldo dei conti correnti e dei rapporti finanziari riconducibili ai tre indagati. Attraverso quattro rogatorie internazionali, sono stati sottoposti a sequestro, da parte delle competenti autorità estere, le disponibilità trasferite in Francia, Lussemburgo, Svizzera e San Marino.

1993