11-02-2015 ore 17:07 | Cronaca - Crema
di Riccardo Cremonesi

“Pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, atte a turbare l'ordine pubblico”. Denunciato cremasco

“Nel clima caldo che ha preceduto il consiglio comunale aperto di venerdì scorso, non sono mancate persone che hanno cercato di surriscaldare ancora maggiormente gli animi attraverso facebook, massimo strumento di diffusione di massa di notizie”.

 

Falsi messaggi

Come spiega il vice questore Daniel Segre, “fra questi un cremasco che attraverso il sapiente uso di photoshop, ha creato dei falsi messaggi con i profili di noti esponenti politici che annunciavano il loro arrivo a Crema, per protestare contro la moschea. La diffusione di queste false notizie ha creato un certo interesse ed ha avuto una vasta eco a livello locale, rischiando di portare la tensione a livelli più alti”.

 

Intenti sarcastici”

“L'uomo, prontamente individuato dagli investigatori della Polizia di Stato prima del Consiglio comunale, è stato invitato presso il commissariato di Crema e ha dichiarato di aver pubblicato le notizie con intenti sarcastici e ha provveduto a "postare" l'immediata smentita, permettendo di sgonfiare l'attesa da parte dei sostenitori e degli oppositori di quei noti personaggi”. L'uomo ha pubblicato post su Facebook sotto la propria pagina con lo pseudonimo de Il Pasquino cremasco: le sue iniziali – per tutelarne l'identità - sono A.S., impiegato bancario di 45 anni residente a Crema.

 

Denuncia penale

“La sua pronta inversione di marcia – aggiunge Segre - non gli ha tuttavia risparmiato una denuncia penale per la contravvenzione titolata "Pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, atte a turbare l'ordine pubblico". Sempre più spesso internet viene visto come una "terra di nessuno" dove, confidando nell'anonimato, si possono esprimere liberamente i propri pensieri, anche ben oltre i limiti consentiti dalla legge; dietro alle tastiere ed ai monitor vi sono tuttavia sempre delle persone e i reati commessi nella realtà virtuale sono reati reali, che portano i responsabili a risponderne di fronte a giudici veri, come in questo caso”.

830