06-08-2015 ore 16:31 | Cronaca - Crema
di Stefano Zaninelli

Riforma sanitaria. Centrato l’obiettivo dell’autonomia ospedaliera. Ora una nuova sfida: l’integrazione con il territorio

“Per noi l’autonomia dell’azienda ospedaliera è sia un traguardo che un nuovo inizio. Abbiamo già il tema a cui lavorare: dobbiamo cercare di omogeneizzare le opportunità di ciascuno nell’accesso alle cure in tutta l’Ats della Val Padana; il nostro è un territorio che deve crescere”. Così Luigi Ablondi, direttore generale dell’Ospedale Maggiore di Crema, ha concluso l’incontro in sala Polenghi – organizzato da Carlo Malvezzi, consigliere regionale Ncd – all’indomani dell’approvazione della riforma sanitaria lombarda.

 

Grande soddisfazione

Dopo mesi di dibattiti, incontri e negoziazioni istituzionali, il Consiglio regionale ha scongiurato la perdita di autonomia dell’azienda ospedaliera cremasca approvando le modifiche apportate alla riforma della sanità. “La soddisfazione è molta – ha introdotto Malvezzi – perché quando si affrontano questioni simili a questa la responsabilità si fa davvero pesante. L’autonomia ospedaliera cremasca è certamente una vittoria della buona qualità, difesa da un territorio che s’è dimostrato coeso e che da questa compattezza deve ripartire”.  

 

Sala Polenghi, Carlo Malvezzi (foto © Cremaonline.it)

I vantaggi della riforma

“La grande scommessa è l’integrazione del tema sanitario a quello sociale: non si tratta di una riforma ma di un’evoluzione, si guarda alla persona nella sua interezza e non più a pezzetti. Numerosi i vantaggi per i cittadini, illustrati in aula dal presidente Maroni: il miglioramento nella cura dei malati cronici e dei post-acuti; più apertura dell’ospedale alle esigenze del territorio; infine, più controlli sotto il punto di vista dell’appropriatezza e della spesa. Inoltre, la riduzione dei costi servirà a finanziare la riduzione dei ticket, quella dei tempi delle liste d’attesa e la compartecipazione dei privati (l’utenza) in cura nelle residenze sanitarie assistenziali”.

 

Lavoro corale

Per Stefania Bonaldi, sindaco di Crema, “oggi la parola d’ordine è grazie, perché è stato un lavoro corale dove ognuno ha fatto quello che doveva. È una vittoria di tutti: come Malvezzi è stato determinante, è giusto ricordare anche i consiglieri non presenti: Agostino Alloni e Federico Lena. La politica ha svolto nobilmente il suo ruolo portando a casa successo, dimostrazione del fatto che, ogni tanto, qualcosa di buono lo fa. Nel percorso che abbiamo fatto, memorabile la fotografia dell’ospedale, che ben riassume l’impegno. La squadra dei sindaci è nutrita, ma è bene menzionare le persone che si sono distinte: Aldo Casorati e Gianni Rossoni”.

 

Sala Polenghi, Stefania Bonaldi (foto © Cremaonline.it)

Punto di partenza

“Dovevamo difendere il nostro obiettivo, l’autonomia – ha commentato Rossoni, sindaco di Offanengo – la stessa che in questi anni ha generato i risultati che ci hanno consentito di far diventare l’azienda ospedaliera interlocutore dell’Ats. L’apertura del presidente Roberto Maroni dimostra la capacità di rappresentanza del territorio in Regione. Questo è un punto di partenza: la sfida è far sì che l’Asst di Crema e del Cremasco sia in grado di dialogare con i centri della programmazione. Di certo ora, dopo l’azione degli amministratori locali, nessun consigliere regionale dirà mai che non sa dove si trova Crema”.

 

Laboratorio d’integrazione

“Ricordando quanto ci eravamo detti in sala degli Ostaggi – ha concluso Aldo Casorati, sindaco di Casaletto Ceredano – ora possiamo dire che ce l’abbiamo fatta. Avevamo il dovere e l’onore di pretendere un’azienda ospedaliera efficiente. Senza i risultati della direzione, del personale medico e sociosanitario difficilmente avremmo centrato l’obiettivo; ci avrebbero liquidato con un laconico “siete troppo piccoli”. La sfida comincia adesso, con l’integrazione tra ospedale e territorio. Sappiamo che i risultati li ottengono le persone, quindi siamo sicuri d’essere in buone mani. In futuro dovremo porci come un laboratorio per la Regione, creando un sistema efficace a livello di integrazione tra azienda ospedaliera e territorio”.  

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