05-10-2017 ore 18:57 | Cronaca - Pandino
di Silvia Tozzi

Pandino. I resti archeologici nel Cremasco: dall’età del bronzo al post Rinascimento

L'amministrazione comunale di Pandino, in collaborazione con la Soprintendenza per i beni culturali, Snam retegas e Tecno - impresa specializzata in scavi archeologici, ha presentato i risultati degli scavi per la realizzazione del metanodotto. Dallo snodo di Sergnano hanno attraversato il territorio cremasco fino a giungere ad Agnadello, Gradella e Spino d'Adda. I lavori, eseguiti tra febbraio 2016 e aprile 2017, hanno interessato un tracciato di 32 chilometri e portato alla luce 46 siti ascrivibili a epoche differenti, a partire dall’età del bronzo fino al periodo rinascimentale e post rinascimentale. L’intenzione della Soprintendenza è di restituire le scoperte e i materiali al territorio. In un primo momento è in fase di studio una mostra per presentare la ricostruzione dell’ambiente naturale di questa fascia del territorio cremasco in epoca antica e i suoi mutamenti nel tempo.

 

I ritrovamenti

La conferenza, introdotta dai saluti del soprintendente per le province di Cremona, Lodi e Mantova, Gabriele Barucca, ha concentrato l'attenzione sui reperti di Capralba, dove è stato ricostruito un intero villaggio risalente al periodo alto medioevale. È seguita la presentazione dei siti rinvenuti a Sergnano ed Agnadello. I ritrovamenti risalgono ad epoche differenti ed i più interessanti - che indicano insediamenti isolati – sono datati all'età del bronzo. Si trovano a Sergnano e Capralba, in località Campisico di Sopra. I ritrovamenti ad Agnadello e Gradella sono di più recente data e sono riferibili al culto funerario e di sepoltura nel medioevo. Numerosi i reperti rinvenuti, appartenenti sia a contesti abitativi che funerari, alcuni dei quali di particolare pregio e rarità, come ad esempio un cucchiaio in legno risalente all’età del rame. Attualmente è conservato presso il laboratorio della Soprintendenza, specializzato in interventi su oggetti in legno bagnato. Qui sarà sottoposto a trattamenti conservativi per essere liofilizzato e pronto per l’esposizione.

 

Nuclei abitativi e tombe

Una parte rilevante della conferenza ha riguardato le tombe. Alcune di esse sono state aperte nell'antichità in un momento successivo a quello della tumulazione, per spogliarne i tesori o aggiungere nuovi corpi, come nel caso di una tomba ad Agnadello. La necropoli più simile a quella di Gradella è ad Agnadello, dove sono state trovate undici tombe, quattro delle quali in nuda terra - una in cassa lignea - e le ultime con struttura in laterizi, di cui una con copertura lignea. Mentre a Gradella la presenza di un nucleo abitato è ipotizzata solo dalla presenza delle tombe, ad Agnadello la necropoli sorgeva direttamente all'esterno di un villaggio, situato a nord est dell'attuale centro abitato. È stata ritrovata una capanna con una parte dedicata alla tessitura. Accanto erano presenti due granai sopraelevati - per proteggere il raccolto dall'umidità - e un recinto per animali. Alcuni resti sono stati ritrovati anche a Spino d'Adda e Vailate.

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