05-10-2014 ore 20:18 | Cronaca - Crema
di Emanuele Mandelli

Crema, circa 200 marciatori hanno raggiunto Pandino per la terza edizione cremasca della Marcia della pace

Una bella giornata di sole ha accompagnato i circa 200 marciatori cremaschi che hanno partecipato, domenica 5 ottobre, alla terza edizione della Marcia della Pace. Partenza fissata in piazza Duomo alle 9 di stamattina, arrivo nella bella area esterna del castello Visconteo di Pandino attorno alle 14.

 

Lodi e Codogno

Per il terzo anno consecutivo la manifestazione ha visto la collaborazione del comune di Crema e del comune di Lodi per l’organizzazione dell’evento, che quest’anno vedeva tre punti di partenza. Oltre Crema i marciatori confluiti a Pandino provenivano da Lodi e Codogno.

 

Pandino

Oltre ai comuni di Crema e Lodi all’organizzazione dell’evento hanno partecipato anche i comuni di: Bagnolo Cremasco, Vaiano Cremasco, Monte Cremasco e Palazzo Pignano. Un percorso di circa 20 chilometri che si è concluso sul palco di Pandino con gli interventi degli amministratori locali, delle associazioni e con un concerto del gruppo cremasco dei Ciapa la Cioca.

 

 

Il presidio

Organizzazione logistica dell’evento a cura dei Marciatori della Pace di Vaiano Cremasco che, come da tradizione, hanno aperto il corteo partito da Crema. Fortemente voluta dall’assessore alla cultura di Crema Paola Vailati la marcia vuole essere un momento propedeutico alla creazione di un presidio permanente per la pace sull’esempio di Lodi Solidale, da cui è partita l’organizzazione della marcia lodigiana.

 

Il libro

Un momento di preparazione alla giornata di domenica si era tenuto sabato presso la sala Pietro da Cemmo del Centro Culturale Sant’Agostino. In quell’occasione si era tenuta la presentazione del libro Di a qualcuno che io sono qui, scritto dalla psicologa e volontaria Barbara Magalotti, che è stata intervista dalla responsabile cremasca del Cisvol Elena Crotti.

 

Carceri e volontariato

Il libro della Magalotti non è un romanzo e nemmeno un trattato. Come ha spiegato l’autrice si tratta di una raccolta di mail che ha mandato agli amici durante l’anno di volontariato in Bolivia. Un anno durante il quale la psicologa ha svolto servizio presso il carcere di San Pedro di La Paz. Un carcere molto particolare, oltre che per il caratteristico sovraffollamento di cui soffrono queste strutture, per la massiccia presenza di bambini.

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