05-09-2016 ore 11:07 | Cronaca - Crema
di Ilario Grazioso

Crema. Accorpamenti scolastici, le reazioni dei presidi e le quattro proposte del Comune

Venerdì al tavolo tematico sul dimensionamento scolastico presso la sala consigliare di Crema erano presenti pochi rappresentanti dei genitori, nessun studente, ma tutte le scuole superiori con presidi o delegati. Discreta la risposta dei consiglieri provinciali del territorio e di quelli comunali di Crema. Ai quattro scenari prospettati dall’assessore Attilio Galmozzi, non sono mancate le repliche dei dirigenti scolastici.

 

Le proposte avvelenate

Per Celestino Cremonesi del Racchetti-DaVinci (nell'immagine), vi sono alcune “proposte avvelenate”, come ad esempio quella che vede il liceo delle scienze applicate, con il liceo sportivo e l’artistico. Cremonesi, precisa che la sua scuola ha investito in infrastrutture, vedi la rete informatica rinnovata, e comunica che il consiglio d’istituto si è espresso in maniera compatta, disapprovando lo smembramento del Racchetti-Da Vinci. “Non si può ragionare in termini numerici da congresso di Vienna – ha concluso – noi non possiamo crescere oltre i 1750 alunni, anche volendo non abbiamo più gli spazi”. “Sono stupefatta, come si fa a scorporare un corso storico come quello per geometri, un’istituzione per Crema – esordisce Paola Viccardi, preside del Pacioli – poi portare via il liceo sportivo, solo per esigenze di numeri. Facciamo diminuire chi è diventato troppo grande, queste sono operazioni chirurgiche, che però non sono né asettiche, né logiche”.

 

“Qualcuno dovrà cedere”

Più disponibile il collega del liceo artistico Munari, Pierluigi Tadi (nell'immagine), che fa presente qual è stata la scelta che ha determinato la divisione del Munari, la cui sede staccata cremonese è stata promessa allo Stradivari. Tadi apprezza il lavoro dell’amministrazione comunale, soprattutto nella parte in cui si evidenzia la distribuzione squilibrata delle scuole sui due ambiti territoriali: a Cremona scuole da 900 alunni, a Crema scuole da 1800. “Qualcuno dovrà cedere. L’unione del Munari con il liceo scientifico è un’opzione da prendere in considerazione, l’unica forzatura, forse è staccare lo sportivo dal Pacioli”, conclude.

 

Marazzi con Casearia e Stanga

Da uomo di sport, il vice preside del Marazzi Gianpietro Bonizzoni, non le manda a dire e chiarisce che le scuole cittadine devono essere autonome da Cremona. Non è questione di campanilismo, ma una condizione oggettiva, sia per ragioni didattiche, che in termini di organici, docenti e Ata. Su un tema tutti sono d’accordo: “meno realtà scolastiche si vanno a toccare meglio è sia dal punto di vista logistico, che da quello relativo al personale”, conclude Bonizzoni, che plaude all’opzione Marazzi con Stanga e Casearia.

 

Lo Stanga e il Galilei

La posizione più controversa è quella dello Stanga. Maria Grazia Nolli, porta all’attenzione dei presenti tutta una serie di dati e di pareri (dalla rete nazionale degli istituti agrari, all’ufficio scolastico regionale) che giustificherebbero il mantenimento dello status quo: Stanga unito, inserito nell’ambito cremonese, ma con 3 sedi, Cremona, Crema e Pandino, 3 aziende speciali (azienda agraria a Cremona, a Crema e caseificio didattico a Pandino) e un convitto a Pandino. Detto questo, la dirigente precisa che rispetterà le decisioni che le istituzioni assumeranno. Dal canto suo, Davide Pagliarini (nell'immagine) vice preside del Galilei ha rivendicato i successi della sua scuola, da anni in crescita esponenziale. Quanto ai numeri: “È vero, 600 alunni sono vincolanti per il mantenimento della presidenza, ma i 1750 alunni non sarebbero un paletto insuperabile”. E sul liceo delle scienze applicate: “È inserito strutturalmente all’interno del Galilei”.

 

Le riflessioni della politica

I politici presenti hanno offerto i loro contributi sottolineando la volontà di non entrare nel merito delle analisi più attinenti alla sfera scolastica. L’ex assessore alla pubblica istruzione della giunta Bruttomesso, Laura Zanibelli ricordando che di polo agromeccanico se ne parlava già 7 anni fa, ha ribadito la necessità di coinvolgere il mondo del lavoro, in maniera da capire quali professionalità il territorio richiede maggiormente. Sullo sfondo ha fatto da capolino anche il progetto scuola innovativa a san Bartolomeo, ricordato dall’ingegnere Roberto Pedroni della Provincia. Oltre 11 milioni di euro erogati dal ministero attraverso l’Inail, sulla base degli allora 3 indirizzi del Racchetti, che bisogna capire come evolverà nello scenario mutato. Infine Antonio Agazzi, ha chiesto un po’ di tempo in più e l’assessore Galmozzi, ha auspicato che dai dirigenti possano presto arrivare ulteriori proposte scritte. Vedremo se entro metà mese ci sarà la fumata bianca.

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