05-03-2015 ore 17:30 | Cronaca - Crema
di Ilario Grazioso

Fare Memoria. Armando Gasiani ha incontrato gli studenti cremaschi: "non si resti indifferenti nei confronti della storia"

Gli orrori dei campi di concentramento della Seconda guerra mondiale raccontate da chi ha vissuto in prima persona i tragici eventi che, fra il 1939 ed il 1945, ha cambiato la storia dell’umanità. Stamattina una sala Alessandrini gremita di giovani in rappresentanza delle scuole superiori cittadine ha partecipato all’incontro con Armando Gasiani: contadino, partigiano bolognese e soprattutto, sopravvissuto di Mauthausen.

 

Giorno della memoria

L’incontro, inizialmente previsto a gennaio in occasione delle manifestazioni per il Giorno della memoria è stato posticipato per motivi di salute dell’anziano relatore, e si inserisce all’interno del programma stilato dalla Rete delle scuole superiori della provincia di Cremona, nell’ambito del progetto Essere cittadini europei - percorsi per una memoria europea attiva.

 

Parole non indifferenti

Ad accogliere l’ospite e la numerosa e attenta platea di studenti e docenti è stata Ilde Bottoli, referente storico didattica del progetto, assistita per l’occasione da Graziella Della Giovanna, presidente del Comitato per la valorizzazione dei principi della costituzione italiana di Crema. “Sono passati settant’anni - racconta con viva emozione - ma è come se fosse successo ieri”, parole che hanno colpito profondamenti  gli studenti.

 

Verso Mauthausen

Gasiani (nella foto accanto) ha raccontato le varie fasi della sua dolorosa esperienza: a diciassette anni, a seguito di una denuncia di un infiltrato tra le file partigiane, venne deportato nel campo di concentramento di Mauthausen. “Abbiamo girato per cinque giorni - prosegue - in tutta la Germania prima di arrivare a destinazione. Ero giovane ma mi consideravano un numero, un progetto politico”. Il viaggio l'ha affrontato assieme al fratello maggiore Serafino, che tuttavia, non riuscirà a superare il trattamento riservato ai deportati e morirà poco dopo. Armando invece, pur con indicibili sofferenze è riuscito a preservare la propria vita e a tornare un uomo libero al termine della guerra. “La separazione da mio fratello è stato il momento più doloroso”. Con lo sguardo rivolto ai ragazzi, il suo racconto procede tra un aneddoto e l’altro, non sempre in maniera lineare, vista la comprensibile stanchezza e l’età avanzata, ma nonostante questo e nonostante il ricordo di momenti di grande sofferenza individuale e familiare che emergono dalle sue parole, non manca in lui l’autoironia, quando chiosa: “è la centralina che non funziona più”, per scusarsi con la platea di qualche breve pausa nel suo discorso.

 

Nessuno mai ci chiese

Ilde Bottoli, prima di congedare i presenti, ha letto alcuni brani tratti dal volume di Alessandro De Lisi, edito nel 2008 da Nuova Dimensione, che raccoglie le testimonianze di Gasiani e che presenta anche gli interventi di Sergio Cofferati e dell’attuale presidente della repubblica Sergio Mattarella. In Nessuno mai ci chiese, Gasiani vuole sottolineare come la memoria della guerra non deve essere sfuggente, oscura e sempre più labile. La gente comune desidera ricominciare a vivere senza ascoltare le parole dei reduci, osserva ed è per questo che esorta i giovani a seguire gli insegnanti, i quali contribuiscono con la loro azione a promuovere la conoscenza storica alle nuove generazioni.

 

Trincee di pace

In preparazione al Viaggio della Memoria dal titolo Trincee di pace, che si terrà ad aprile tra Friuli Venezia Giulia e Slovenia, le scuole partecipanti al progetto curato da Ilde Bottoli, stanno portando avanti una serie di iniziative e approfondimenti tematici, i cui elaborati saranno presentati presso l’istituto Torriani di Cremona. Tra i tanti docenti presenti in sala Alessandrini, Pietro Fischietti, docente di lettere che coordina le attività del progetto presso lo Sraffa; è lui ad evidenziare che oltre all’importanza della testimonianza odierna di Gasiani, come sia stato “toccante l’appello ai giovani alla collaborazione tra generazioni, affinché non si resti indifferenti nei confronti della storia”.

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