03-11-2014 ore 16:40 | Cronaca - Crema
di Andrea Galvani

Rivolta d'Adda. Unità Operativa Riabilitazione delle Dipendenze: dal 2006 visitate 236 persone ed effettuati 139 ricoveri

Anche nel territorio cremasco sono in aumento i problemi legati al gioco d'azzardo, “ma ancora in proporzione poche le persone che intraprendono una cura. Sicuramente – spiega Paola Rapuzzi, medico dell’Unità Operativa Riabilitazione delle Dipendenze diretta da Giorgio Cerizza - può essere difficile venire allo scoperto e chiedere aiuto per chi soffre di ludopatia. Ci si può vergognare di trovarsi dipendenti da qualcosa che viene così tanto sponsorizzato o banalizzato e che per tanti sembra essere solo un momento leggero, una parentesi di euforia”.

 

L'illusione e la cura

“Non è bello sentirsi dei perdenti, ma potrebbe non essere così. Chi decide di smettere di giocare ha già vinto qualcosa, chi decide di non vivere in modo illusorio la propria vita sceglie il coraggio vero. Comunque il sommerso comincia a venire a galla e sempre più succederà se cominciamo a vedere cosa si può fare e ciò che in diversi, anche se non ancora in molti, stanno facendo. A Rivolta d'Adda, dal 2006, sono state visitate 236 persone per dipendenza dal gioco d'azzardo e sono stati effettuati 139 ricoveri”.

 

Il giocatore sociale

Nel panorama dei giocatori d'azzardo vanno fatte alcune differenze: “il giocatore sociale può considerare il gioco d’azzardo come un momento magico, durante il quale fantasticare una ricchezza immaginaria”. Si tratta di persone che “potranno interrompere il gioco quando desiderano e per lo più non arriveranno alla dipendenza”.

 

Il giocatore patologico

I giocatori problematici “non riescono ad avere un pieno controllo del gioco, rischiano di diventare giocatori patologici anche se non hanno ancora raggiunto la fase della disperazione”. Il giocatore patologico ha invece “perso completamente il controllo, non riesce a smettere di pensare al gioco, spende più denaro di quanto pensava, va a giocare anche quando dovrebbe fare altro”. La situazione si aggrava sino “a compromettere la vita affettiva, sociale e lavorativa”.

 

Fattori scatenanti

Come spiega la dottoressa Rapuzzi, “il gioco d’azzardo patologico (GAP) può nascere da fattori personali, ambientali, neurobiologici, essere legato a disordini derivanti dall’abuso di alcol e altre sostanze, al controllo degli impulsi, a disturbi dell’umore o della personalità”. Statisticamente i giocatori patologici sono soprattutto “uomini in cerca di forti sensazioni”, anche se ultimamente si sta alzando la percentuale delle donne ed è inversamente proporzionale al livello di istruzione.

 

Fattori protettivi

Aumentano la protezione alla dipendenza dal gioco d'azzardo “valori come la responsabilità e la solidarietà, legami affettivi sicuri, la propensione a cercare soluzioni ai problemi della vita, il piacere a stare con gli altri, con equilibrio e responsabilità, una cultura che pone attenzione alle fragilità e individua strategie per affrontarle”.

 

I gruppi specifici

Le persone che vivono nel Cremasco e ritengono di aver bisogno di aiuto o vogliono aiutare un amico o un parente, possono rivolgersi ad uno dei due gruppi specifici presso l'ospedale, condotti dall'educatrice Floriana Guerini e dalla dottoressa Paola Rapuzzi. Il centralino dell'Ospedale di Rivolta d'Adda risponde allo 0363.3781. Sinora i gruppi hanno accolto 51 persone ed attualmente sono in cura presso il Servizio 34 persone del territorio.

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