03-10-2015 ore 17:57 | Cronaca - Crema
di Gianni Carrolli

Crema. Il Comune invitato ad Expo come ente virtuoso della cultura del dono

In concomitanza con i festeggiamenti per San Francesco patrono d’Italia, il 4 ottobre si celebrerà la Giornata nazionale del dono. In questa ricorrenza, il Comune di Crema è stato invitato ad Expo a partecipare al convegno Il dono e i giovani, presso Cascina Merlata, per portare la sua testimonianza in qualità di ente virtuoso e “pioniere” nella diffusione della cultura del dono (in allegato il programma completo della giornata).

 

Il dono nella città di Crema

“Il dono e l’atto del donare – commenta il sindaco, Stefania Bonaldi – sono la testimonianza più vivida di una comunità che è in grado di farsi carico anche dei propri membri in difficoltà. In questo senso, la tradizione della città di Crema è antica, ben radica e non ha tardato a mostrarsi quando l’amministrazione è stata in grado di proporre iniziative di partecipazione che fossero serie, ben progettate ma, soprattutto, destinate realmente a chi ne aveva e ne ha bisogno”.

 

I relatori della giornata

All’appuntamento di domenica 4 ottobre saranno presenti l’assessore Marco Granelli del Comune di Milano, Edo Patriarca (presidente IID), Alessandro Beda (fondazione Sodalitas), la fondazione Ivo de Carneri, la fondazione Operation Smile Italia, l’associazione delle ONG Italiane e, per il Comune di Crema, l’assessore al Welfare Angela Beretta, chiamata ad illustrare le iniziative realizzate dall’amministrazione e a commentare il video contest per le scuole “Donare, molto più di un semplice dare”.

 

Un cuore nuovo

“Il dono è di per sé un atto circolare, reciproco – dichiara l’assessore Beretta – in grado di generare uno scambio tra le persone che continua nella riconoscenza e nel desiderio di donare nuovamente. È ciò che è successo a molte persone della nostra città, che aderendo al progetto Un cuore nuovo non solo hanno dato una mano ad alcune famiglie in difficoltà, ma hanno anche vissuto un’esperienza di legame di comunità grazie al loro essersi proposti come volontari, anche solo per accudire poche ore un anziano solo”. 

96