03-07-2015 ore 17:47 | Cronaca - Crema
di Stefano Zaninelli

Riforma sanitaria. I medici cremaschi al fianco dei politici locali. Il dottor Depetri: “chiediamo si tenga conto del merito”

La battaglia per l’autonomia dell’azienda ospedaliera cremasca non è prerogativa esclusiva della politica. Il personale dell’Ospedale Maggiore l’ha dimostrato all’incontro dei sindaci del 20 giugno, intervenendo con una delegazione di medici e dirigenti di reparto. Già in quella sede Roberto Sfogliarini, della direzione medica dell’ospedale, aveva posto l’accento sugli eccellenti risultati della struttura, inserita in un’ottica di rete con altri presidi sanitari. Il concetto è stato ribadito questa mattina al presidio organizzato dai sindaci cremaschi.

 

Senso di responsabilità

Secondo il dottor Giorgio Carlo Depetri, direttore del reparto di Nefrologia, “gli amministratori del territorio hanno dimostrato in più occasioni di avere grande senso di responsabilità. Senza entrare nel merito dei giudizi politici, noi auspichiamo la riforma sanitaria possa avere sviluppi positivi: siamo consapevoli che, nonostante i risultati raggiunti, al miglioramento non c’è limite”.

 

Il futuro dell’ospedale

“La bozza di Riforma licenziata dalla commissione Sanità - ha aggiunto Depetri - pone serie perplessità in merito al futuro dell’Ospedale Maggiore di Crema. Con il processo di centralizzazione gestionale in atto, sembra che la filosofia sia “lontano dagli occhi, lontano dal cuore”. Il rischio è che la struttura possa trovarsi amputata di alcuni servizi. La nostra è un’azienda che funziona bene, lo dimostrano i dati; chiediamo si tenga conto del merito”.

 

Lavoro di rete

L’importanza del lavoro di rete e in sinergia sono stati rimarcati anche dal dottor Stefano Aiolfi, direttore dell’Unità operativa di Broncopneumologia: “l’azienda ospedaliera ha dimostrato di essere in grado di garantire un percorso di assistenza sanitaria dalla A alla Z. Anche dopo la presa in carico in un altro ospedale, siamo in grado di riprendere nella nostra struttura il paziente e proseguire nella gestione della cura. La nostra forza sta nei legami che abbiamo saputo intessere con i pazienti e con le altre strutture: quanto più si allarga la gestione sul territorio, quanto più aumenta il rischio di perdere la partita”. 

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