02-08-2015 ore 12:50 | Cronaca - Crema
di Gianni Carrolli

Il Comitato cittadini chievesi ricevuto dal prefetto. I referenti: “si riducano i migranti e si trovi una collocazione idonea”

A seguito della manifestazione di ieri mattina in piazza Garibaldi, alcuni membri del Comitato cittadini di Chieve – Dario Longhi, Barbara Zaniboni e Angelo Provana – assieme al sindaco e al vicesindaco di Chieve, Davide Bettinelli e Margherita Brambilla, sono stati accolti dal prefetto di Cremona, Paola Picciafuochi, così come da loro richiesto.

 

Riduzione dei migranti

“Il prefetto – riepilogano i referenti del Comitato – ha annunciato a breve, come provvedimento principale, una riduzione progressiva del numero degli immigrati. La proprietà dovrà inoltre obbligatoriamente confrontarsi con la Caritas di Crema per un supporto idoneo e competente in materia di accoglienza. Nessuna risposta rispetto alla verifica preventiva sull' idoneità della società Garbata accoglienza per potersi aggiudicare la convenzione siglata tra le parti per la somma di 231 mila euro al 31 dicembre 2015”.

 

Scarsa collaborazione

Rispetto all’accoglienza, prosegue il Comitato, la prefettura ha dichiarato di aver avuto “scarsa adesione e collaborazione da parte dei sindaci del Cremasco alla costruzione di una rete comune per arginare il fenomeno clandestini. Le comunità sono luoghi interamente dedicati all’accoglienza e non contengono al loro interno abitazioni private o attività commerciali come è successo a Chieve; a tal proposito, Angelo Provana ha avuto modo di sottolineare che se gli avessero detto che in quella palazzina sarebbe nato un centro di accoglienza non avrebbe mai acquistato il suo appartamento”.

 

Le competenze comunali

Così, in assenza di un accordo territoriale, “il prefetto ha dovuto assegnare direttamente l’accoglienza ai privati, rimarcando come non spetti alla sua autorità la conoscenza del contesto di inserimento, di competenza del Comune. Ha inoltre ribadito come non sia sua intenzione “far scappare i clandestini” a differenza di altri suoi colleghi. Tuttavia, ha anche spiegato che i soldi del fondo europeo sono specifici per i migranti e non possono essere destinati ad altri usi come ad esempio l’aiuto degli italiani in difficoltà”.

 

Prossime azioni

Dopo aver ascoltato la testimonianza di Provana, inquilino della palazzina di piazza Zambonelli, “lei stessa ha affermato di vivere una condizione simile, da quando i cittadini la accusano di essere la responsabile di queste scelte. Al di là dell’incontro, il nostro auspicio – concludono i referenti – è che nel più breve tempo possibile venga ulteriormente ridimensionato il numero degli immigrati presenti e che in tempi ragionevoli si trovi una destinazione più idonea e meno impattante sui chievesi; ora tocca al Comune”.

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