02-07-2015 ore 10:37 | Cronaca - Crema
di Stefano Zaninelli

Crema. Riforma Giannini, la risposta del Coordinameno della e per la scuola pubblica: “boicottaggi interni agli istituti”

“Siamo in piena emergenza: il disegno di legge Buona scuola è passato al Senato e questo non possiamo lasciarlo cadere nel vuoto. Se il Partito democratico crede di aver chiuso definitivamente la pratica, sta commettendo un errore colossale. Siamo perfettamente d’accordo con chi sostiene che la riforma della scuola, per il Pd, sarà un Vietnam”.

 

Il problema immissioni

Il Coordinamento della e per la scuola pubblica annuncia battaglia: la riforma della scuola è tutt’altro che un capitolo archiviato. Certo, luglio e agosto non saranno mesi decisivi per la politica ma “a settembre – spiega Claudio Patrini di Retescuole, aderente al Coordinamento – si riapriranno i giochi e scopriremo la fondatezza delle nostre perplessità sui meccanismi di inserimento degli insegnanti. Non ci sono i tempi tecnici per immettere in ruolo oltre 100 mila docenti: tra 2015 e 2016 ne entreranno circa 48 mila”.

 

I ricorsi in tribunale

Di quelli che riusciranno ad avere la cattedra, “un quinto arriverà in ritardo di un mese – prosegue Patrini – senza contare che con le modifiche ai distaccamenti porteranno alla paralisi del mondo della scuola. A questo pasticcio enorme va aggiunto un altro dato: secondo l’Associazione sindacale professionale (Anief) ci saranno 50 mila ricorsi alla magistratura, ai quali si sommano altri ricorsi sulla incostituzionalità della chiamata diretta da parte del preside”.

 

L’ipotesi boicottaggio

Se, da un lato, una parte del mondo della scuola vedrebbe di buon occhio un referendum abrogativo – un azzardo, vista l’attuale disaffezione verso la politica – dall’altro si sta facendo spazio un’alternativa: “il boicottaggio all’interno della scuola, pur rispettando le normative, di tutte quelle attività che da sempre sono svolte a titolo gratuito”. Niente più supplenze non retribuite, attività extrascolastiche - come i recuperi pomeridiani in certi istituti - o partecipazioni al comitato di valutazione, per fare qualche esempio. Per settembre è previsto un convegno sulla riforma, occasione per fare il punto e studiare la strategia di risposta.

 

La risposta studentesca

Dal canto loro gli studenti non si danno per vinti: “non ci siamo mai tirati indietro – spiega Alessio Maganuco, coordinatore del comitato Sempre in lotta – e non lo faremo nemmeno ora. Già dai primi giorni di settembre organizzeremo banchetti ed iniziative di sensibilizzazione nelle scuole. Il Governo dovrà procedere tramite decreti attuativi e dovrà trovarsi contro tutto il mondo della scuola: quello che hanno insegnato le scorse manifestazioni, tra cui la campagna contro l’Invalsi, è che quando si dà un segnale forte il Governo cede. Oltre alle altre iniziative, cercheremo di rilanciare l’occupazione degli istituti”.

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