02-06-2017 ore 13:10 | Cronaca - Crema
di Stefano Zaninelli

Crema, 2 giugno. Giustizia, solidarietà e accoglienza: “unità nei valori fondamentali”

Si è aperta con la deposizione della corona d’alloro alla colonna votiva di piazzale Rimembranze la cerimonia istituzionale della Festa della Repubblica. Tra il 2 e il 3 giugno 1946 poco più di 23 milioni di italiani furono chiamati ad esprimere la loro opinione in merito al referendum per scegliere la forma dello Stato. Vinse la repubblica, con uno scarto di circa 2 milioni di voti. Fu la prima votazione a suffragio universale. A distanza di 71 anni da allora, il 2 giugno rappresenta una ricorrenza ricca di significati, in Italia come a Crema, dove formalità istituzionali e momenti di festa convivono nella stessa manifestazione.

 

Dal corteo a Kennedy

Come da tradizione, a seguito della deposizione della corona d’alloro istituzioni, autorità civili e militari e cittadini, preceduti dal corpo bandistico Giuseppe Verdi di Ombriano – che stasera si esibirà nel tradizionale Concerto della Repubblica al CremArena – hanno sfilato in corteo lungo le vie del centro città, fino al Duomo. Durante la funzione religiosa il parroco don Emilio Lingiardi ha rivolto un pensiero alle donne, che nel ‘46, per la prima volta dopo il ventennio fascista, hanno potuto esprimere il loro diritto di voto. Ha ricordato il centenario della nascita dell’ex presidente degli Stati Uniti d’America, John Fitzgerald Kennedy, che nel discorso d’insediamento del 1961 disse: “Non chiedete cosa il vostro Paese può fare per voi; chiedete cosa potete fare voi per il vostro Paese”. Infine, il parroco ha sottolineato la natura laica della Costituzione, simbolo di unione basato su principi civili e aconfessionali.

 

La Repubblica che unisce

Rispetto a settant’anni fa, ha ricordato il sindaco Stefania Bonaldi nel discorso ufficiale, “il mondo è cambiato, l’Italia è cambiata. Oggi viviamo in una società molto più complessa, in cui è più facile trovare motivi di divisione piuttosto che occasioni di solidarietà e questo non è sicuramente un elemento positivo”. Una certa divisione caratterizzò anche il momento della scelta referendaria, quando a Crema 10 mila cittadini votarono a favore della Repubblica e altri 5 mila preferirono invece la monarchia. “Eppure – ha proseguito il sindaco – si discute di tutto, spesso si litiga, ma sulla forma repubblicana dello Stato sono tutti d’accordo, nessuno la mette in discussione”.

 

Il protagonismo delle donne

Alla svolta repubblicana contribuì anche il voto femminile: “come donna sento il dovere di sottolineare che la Repubblica italiana è nata anche grazie al protagonismo delle donne, che da allora non si sono mai fermate, nemmeno di fronte alle violenze che straziano i loro corpi, come purtroppo è avvenuto anche nella nostra comunità nei giorni appena trascorsi. Non esiste un modo per fermare le donne, per fortuna, perché se le donne si fermassero la Repubblica diventerebbe un contenitore vuoto, senza futuro e senza speranza”. Ha concluso il sindaco: “la lezione della Festa della Repubblica è questa: la ricerca dell’unità nelle cose fondamentali, la giustizia, la cittadinanza, la solidarietà e l’accoglienza per tutti”.

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