02-02-2013 ore 15:36 | Cronaca - Crema
di Andrea Galvani

Crema, scuola media Vailati. Gerusalemme, luogo di conflitto perenne o speranza di pace? Le classi terze a lezione di dialogo interreligioso

Gerusalemme, luogo di conflitto perenne o speranza di pace? Questo il tema trattato presso la scuola media Vailati di Crema per tutte le sezioni delle classi di terza media. Relatore don Emilio Lingiardi, parroco della cattedrale. Gli insegnanti nel mese di gennaio avevano trattato il problema della Shoah, campi di sterminio nazisti in vista della Giornata della Memoria, celebrata il 27 gennaio.

I motivi del conflitto
Hanno voluto continuare la riflessione sul ruolo della città di Gerusalemme, cara ad ebrei, cristiani e musulmani. La storia e la cronaca ci informano di tanti motivi di conflitto: nazionalistico, territoriale e politico, ma la comune discendenza dell'unico padre Abramo sia per gli ebrei tramite il figlio Isacco come per gli arabi tramite il figlio Ismaele, come per i cristiani tramite Gesù di Nazareth dovrebbe portare a superare motivi di lotta per una riconciliazione che può diventare esemplare per tutto il mondo.

L'esperienza comune
La speranza di questa pace, pur difficile da raggiungere, si fonda su tante esperienze: la scuola frequentata insieme, soprattutto se retta da religiosi cristiani; il desiderio dell'approfondimento musicale, che nell'Istituto Magnificat vede affiancate persone di tutte le confessioni, sia come allievi che docenti; alcune manifestazioni sportive, come il calcio che sta unendo i ragazzi e i giovani; lo scambio di visite augurali per le rispettive feste, come per momenti che toccano la famiglia - nascite, matrimoni e lutti - formano già un tessuto sufficientemente ampio da sviluppare e da allargare perché possa questa città rispondere al suo nome, visione di pace per gli ebrei, città santa per i cristiani e santa pure per i musulmani.

Città libera
La prospettiva politica non può fare di questa città, dalla parte religiosa, chiusa da un perimetro di 4 chilometri di mura, la capitale specifica di uno Stato, perché sarebbe limitante la professione di fede degli altri coinvolti, ma deve essere internazionalmente garantita come città libera, aperta alle tre religioni monoteistiche che possono vivervi con parità di diritti in una convivenza reciprocamente rispettosa, da fare un modello per la pace universale.
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