01-02-2015 ore 14:48 | Cronaca - Città
di Stefano Zaninelli

Rivolta d’Adda. “Si rende normale uccidere vite innocenti”, è polemica sulla gara di tiro con la carabina per bambini

Non è piaciuta – almeno, non a tutti – l’indizione della tredicesima edizione della gara di tiro sportivo con carabine rivolta a ragazzi e ragazze dai 7 ai 12 anni. L’iniziativa rientra nel cartellone della Fiera di sant’Apollonia ed è prevista per domenica 8 febbraio, dalle ore 9 alle ore 18, presso l’autorimessa comunale di Rivolta d’Adda.

 

Sdegno e dissenso

La competizione ha innescato una forte reazione: con una lettera indirizzata alla giunta guidata dal sindaco, Fabio Calvi, alcune associazioni animaliste esprimono “sdegno e dissenso” per la gara sportiva. “Con questa iniziativa – scrivono – si rende normale l'atto di impugnare un’arma in giovane età e di uccidere vite innocenti”.

 

“Uccidere è normale”

“È assurdo e decisamente diseducativo – aggiungono nella lettera – consegnare un’arma nelle mani di un bambino, indurlo a sparare e giustificare l'atto di colpire, di uccidere. Cosa può imparare un bambino di 7 anni dalla Federcaccia che gestisce l'evento? Solo che impugnare un arma, colpire e uccidere è normale.

 

Nessun’arma ai bambini

“La caccia non è uno sport; men che meno consegnare un'arma ad un bambino e rendere normale l'atto di uccidere può essere considerato normale”. Per questo motivo, concludono nella lettera, “si chiede di evitare che durante la manifestazione siano consegnate armi a minorenni, al fine di non incoraggiare atteggiamenti pericolosi e di dubbia morale”.

 

La tradizione

Dal fronte dell’amministrazione, tuttavia, preferiscono non alimentare la polemica. Raggiunto telefonicamente, il sindaco Calvi ha preferito non rilasciare commenti nel merito della questione: “è una lettera che fanno circolare tutti gli anni – ha spiegato – l’abbiamo ben presente. L’iniziativa è giunta alla sua tredicesima edizione, è tradizione”.

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