28-09-2012 ore 10:47 | Cultura - Teatro
di Emanuele Mandelli

Bagnolo Cremasco. Tarcisio Raimondi mette in scena 'Il Reduce', l’opera del Ruzante ispirata alla battaglia di Agnadello

L’Associazione Pro Loco di Bagnolo Cremasco propone per sabato 29 settembre un appuntamento teatrale alternativo e curioso. L’evento avrà luogo alle ore 21 in piazza Roma, nel centro storico, mentre in caso di maltempo verrà spostato nella sala conferenze dell’attinente Centro Culturale.

Il più grande prima di Shakespeare
La location è stata scelta non a caso: in scena sarà infatti la commedia Il reduce, un monologo tratto dall’omonimo testo dell’autore Angelo Beolco, detto il Ruzante, vissuto a cavallo tra Quattrocento e Cinquecento, definito dal premio nobel Dario Fo, “il più grande autore di teatro che l’Europa abbia avuto nel Rinascimento”, prima dell’arrivo di Shakespeare.

Scena cittadina
Tipica del periodo è infatti la così detta “scena fissa cittadina”, ossia una scena prospettica di ingressi e case, che faceva da sfondo a gran parte delle opere coeve e legata al fatto che gli accadimenti narrati erano ambientati effettivamente entro gli spazi cittadini: in questo caso, come palcoscenico verrà impiegato il sagrato della chiesa parrocchiale con il relativo antico portale ligneo.

Dialetto rustico
L’opera messa in scena è interpretata e diretta da Tarcisio Raimondi in dialetto rustico, qual’era la lingua del Ruzante. Il testo, ironico-drammatico, rielaborato in una versione senza tempo, è ispirato alla Battaglia di Agnadello del 14 maggio 1509, tra la Repubblica Veneta e la lega di Cambrai guidata dall’esercito francese. È un testo dove gli orrori della guerra, la fame, la paura, si susseguono con ritmo incalzante, quasi trascinando lo spettatore nel dramma.

Si va alla guerra
Ruzante, partito per la guerra sperando d’arricchirsi, arrivato sul campo di battaglia viene sopraffatto dall’orrore e dalla paura e se ne fugge via. A casa racconta le sue avventure all’amico dipingendosi da eroe, ma Menato capisce la commedia e lo deride per la sua viltà. Allora Ruzante va a riprendersi la moglie Gnua che si è messa con un signore che “al ma mantegn de tutto. Al me fa mancà propri nient”. La donna, vedendolo più misero e più povero di prima lo abbandona per sempre. Inizia allora per Ruzante un’altra guerra, quella per la sopravvivenza. L’ingresso, per una serata alternativa, è libero.
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