12-12-2013 ore 10:20 | Cultura - Tradizioni
di don Emilio Lingiardi

Santa Lucia. I doni, segno di amore, vincono le tenebre dell'odio e dell'indifferenza

La prima santa che i bambini conoscono, già dalla tenera infanzia, è Lucia, legata allo scambio dei doni. E' sempre utile ed interessante conoscerne la storia, intrigante e appassionata. Lucia era nata a Siracusa attorno al 290 d.C. da famiglia nobile e benestante e secondo la tradizione dei tempi, dodicenne è stata promessa sposa a qualche rampollo di alto lignaggio.

Grave malattia
Ad una festa era presente anche il praefectus urbis Pascasio che se n'è innamorato immediatamente, col desiderio di condurla presto nella sua casa come sposa. Mentre fervevano già i preparativi per il matrimonio imminente, la mamma di Lucia ha scoperto una grave malattia al seno. La preoccupazione per la mamma è stata notevole, tanto che la figlia era quasi interessata a tralasciare il progetto sponsale.

La devozione ad Agata
Le amiche però le hanno suggerito di recarsi in pellegrinaggio a Catania e pregare con fiducia sulla tomba di un'altra giovane donna, Agata, martirizzata il 5 febbraio dello stesso anno, 305, con l'amputazione dei seni. S'era diffusa soprattutto presso le donne la devozione perché Agata, invocata, avesse a propiziare la liberazione da tumori femminili e restituire così la pienezza della salute alle interessate. Lucia con la mamma è partita per Catania e dopo insistenti preghiere ad una visita medica è stata riconosciuta pienamente guarita. Di ritorno da Catania, verso casa, Lucia s'è sentita coinvolta in una scelta decisiva continuare il rapporto amoroso con Pascasio o consacrarsi vergine al Signore sull'esempio di Agata.

L'ira di Pascasio
Alla fine di un dialogo intenso con la mamma la decisione è caduta sulla verginità, anche come ringraziamento per il dono della salute concessa alla madre. Informato di questa scelta, Pascasio andò su tutte le furie e obbligò i suoi collaboratori a prelevare Lucia dalla sua casa e portarla nel postribolo della città per farne la prostituta più nota. Fermo è stato il convincimento di Lucia, che nè gli uomini con le corde che pensavano di trascinarla con violenza, nè i buoi, appositamente usati per portarla via sono riusciti nel loro intento.

Il quadro del Piccinardi
Questa scena è stata dipinta con particolari pittorici molto vivi ed accesi dal cremasco Mauro Piccinardi nel Settecento per la nostra cattedrale. Secondo Vittorio Sgarbi questo quadro rappresenta il meglio della pittura lombarda Settecentesca, tanto che anni fa chiese al capitolo della Cattedrale di poter esporre la tela alla mostra tenuta a palazzo reale, a Milano, sul tema 'Il Settecento Lombardo'. Visti tutti i tentativi inutili, Pascasio convocò Lucia nel pretorio e di fronte a un'ultima richiesta, non esaudita, obbligò Lucia a prendere in mano un piatto e con le parole "non mi hai voluto vedere non vedrai nessuno" le cavò gli occhi dalle orbite. Gli occhi caddero sul piatto con un'emorraggia che portò la giovane alla morte. Questa scena è normalmente rappresentata dai pittori nei loro quadri.

La messa in San Bernardino
Un fatto che ha portato nella chiesa e nel mondo la devozione da parte di tutte le persone cieche, ipovedenti o affette da malattie oculari. Per questa ragione domenica 15 dicembre, nella chiesa di San Bernardino in città, alle ore 10, l'associazione provinciale dei ciechi animerà la santa messa. Il culto, molto vivo anche in Oriente, dove nella lingua greca la santa è chiamata Fotìna - la illuminata - è stato portato in Italia dai veneziani, che di ritorno dalle crociate si sono fermati a Siracusa e hanno prelevato il corpo che già era molto venerato e pregato.

Il prevalere del giorno sulla notte
Le reliquie sono state portate a Venezia, edificandovi una stupenda basilica vicino alla stazione che poi nel corso dei secoli sarà intitolata a Santa Lucia. Gli stessi veneziani hanno voluto legare lo scambio dei doni, soprattutto ai bambini, nella notte della Santa, perché secondo tradizioni popolari sarebbe la notte più lunga dell'anno, verso il 21 dicembre, dove il solstizio d'inverno pareggerebbe notte e giorno e a Natale già si potrebbe intuire il prevalere del giorno sulla notte. Il fascino della notte col suo incantesimo ben si addice alla tradizione dei doni offerti.
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